Nasrallah: “La guerra contro la Siria è alle nostre spalle, malgrado i miliardi sauditi”
Beirut – Il segretario generale di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, ha tenuto questo pomeriggio un discorso video presso il Rassoul Hospital nella periferia meridionale di Beirut, in occasione del 25° anniversario della sua fondazione. Il Rassoul è tra i più importanti e sofisticati presidi sanitari costruiti da Hezbollah.
Il segretario esordisce ringraziando le migliaia di persone che partecipano alla cerimonia, dichiarando che questo ospedale è stato costruito grazie ai sacrifici dei familiari dei martiri e dei feriti della resistenza. Voglio porgere un saluto anche ai pellegrini libanesi rapiti in Siria che sono stati liberati giorni fa, e alle loro famiglie che hanno lottato per la loro liberazione senza perdere mai la speranza, aggiunge il segretario generale.
Per quanto riguarda la Siria, Nasrallah afferma che la situazione è cambiata radicalmente dopo le continue vittorie dell’esercito siriano a danno dell’opposizione armata, ma bisogna considerare anche le divisioni nate all’interno delle varie fazioni di terroristi che combattono contro il legittimo governo di Assad.
Chi è particolarmente indispettita della situazione in Siria è l’Arabia Saudita. Dopo tutto quello che ha fatto per infiltrare migliaia di mercenari da tutto il mondo e dopo aver speso decine di miliardi di dollari per sconfiggere la Siria e la resistenza, il risultato è stato ampiamente fallimentare. Solo il blocco libanese del “14 marzo” ha sperato e sognato nella caduta di Damasco. Ormai la guerra contro la Siria è dietro le nostra spalle, sottolinea Nasrallah. C’è chi ancora aspetta di tornare a Beirut – aggiunge il segretario generale – facendo scalo all’aeroporto di Damasco, io gli consiglio di far rientro a Beirut dall’aeroporto intitolato al martire Rafiq al Hariri. Un chiaro riferimento a Saad Hariri, figlio di Rafiq, fedele servitore dell’Arabia Saudita dove tra l’altro risiede, in attesa di una “svolta” nella regione per far rientro da “vincitore” in Patria.
Entrando in politica interna Nasrallah dichiara che il Libano è totalmente bloccato dalla coalizione del “14 marzo”, su qualsiasi cosa devono dettare le loro condizioni e continuano a mettere il bastone fra le ruote per impedire la formazione di un nuovo governo. Noi siamo ancora disposti a fare altri sacrifici per il bene del Paese – afferma Nasrallah – ma purtroppo ancora oggi il Libano è vittima delle pesanti pressioni da parte di Arabia Saudita, Francia e America.
Sul fronte della sicurezza il segretario afferma che: “A Tripoli c’è un’emergenza e quello che sta succedendo fa piangere i nostri cuori. Per far cessare le violenze necessita la decisione da parte di una frangia politica di non coprire più questi gruppi di terroristi, e dare pieno appoggio alle forze di sicurezza e all’esercito libanese. Noi sappiamo che ci sono ancora autobombe – dichiara Nasrallah – pronte per esplodere nelle nostre zone, quindi chiediamo alle autorità e politici libanesi di dire ora chi c’è dietro questi attentati e non aspettare che salti in aria la prossima autobomba per poi dire sappiamo chi c’è dietro. Il segretario conclude il suo intervento osannato dalle migliaia di persone presenti alla cerimonia