Myanmar, Consiglio di Sicurezza sollecita ritorno sicuro Rohingya
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite chiede al Myanmar di garantire le giuste condizioni per un ritorno sicuro di decine di migliaia di rifugiati Rohingya dal vicino Bangladesh.
Circa un milione di rifugiati Rohingya sono stati costretti a fuggire dalla loro terra, a causa delle violenze per mano del governo birmano, verso il Bangladesh. Tuttavia, le loro condizioni rimangono pur sempre precarie e il desiderio di ritornare nella loro terra continua a persistere. I Rohingya vivono in campi profughi nella regione meridionale del Bangladesh. Essi si trovano in questa terra ad affrontare tre gravi minacce: le estreme condizioni climatiche, le carenze di fondi e una generale incertezza del loro futuro.
I quindici membri del Consiglio di Sicurezza sottolineano la necessità di aumentare gli sforzi, attraverso l’assistenza per lo sviluppo economico e sociale, per poter creare delle condizioni favorevoli ad un ritorno sicuro dei profughi nelle loro case in Myanmar. Molti Stati chiedono di imporre sanzioni al governo birmano per poter fronteggiare la crisi dei Rohingya. Inoltre, la leader Aung San Suu Kyi è stata molto criticata dalla comunità internazionale per aver rifiutato di cooperare per la salvaguarda di questa popolazione.
Il nuovo inviato speciale dell’Onu in Myanmar, Christine Schraner Burgener, ha ribadito il diritto dei Rohingya di poter ritornare nella propria terra in maniera volontaria, sicura e dignitosa.
Il Myanmar ha stilato un accordo con il Bangladesh per il ritorno dei rifugiati Rohingya, ciò nonostante, in alcune regioni birmane, il governo ha sostituito le case e i villaggi dei Rohingya con dei nuovi insediamenti per i Buddisti provenienti da tutte le parti del Paese. Quindi, anche se dovesse essere garantito il ritorno sicuro a questa popolazione, essi non troverebbero più le loro dimore originarie. I rifugiati Rohingya temono per la propria incolumità e per la possibilità che il trattato per il ritorno non venga messo in pratica.
Il Consiglio ribadisce l’importanza di attuare ricerche trasparenti e indipendenti per monitorare gli abusi e le violazioni dei diritti umani. Tuttavia, i continui reclami della comunità internazionale non hanno ancora portato a un miglioramento delle condizioni di vita di questa comunità.
di Alessia Biella