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Il mondo condanna il Bahrain per violazioni dei diritti umani

Il regime del Bahrain è stato fortemente censurato per le sue gravi violazioni dei diritti umani durante la sessione delle Nazioni Unite a Ginevra. Il rimprovero pubblico senza precedenti è avvenuto lunedì alla Universal Periodic Review delle Nazioni Unite, in cui i Paesi vengono valutati sui progressi nei diritti umani ogni cinque anni. Le revisioni sono condotte dal gruppo di lavoro Upr, composto dai 47 membri del Consiglio; tuttavia tutti gli Stati membri dell’Onu possono partecipare alla discussione sugli Stati recensiti.

BahrainQuasi tutti i Paesi partecipanti alla sessione hanno condannato il regime di Al-Khalifa in Bahrain per la brutale repressione dell’opposizione nella rivolta popolare contro la monarchia tirannica iniziata nel febbraio 2011, quando truppe dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti si sono schierate per aiutare il regime nella brutale repressione. Il resto del mondo ha condannato la dura repressione del regime, che ha causato decine di morti e centinaia di feriti, arresti, detenzioni illegali e molte revoche di cittadinanza.Anche gli alleati del Bahrain, come la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, non potevano pubblicamente andare contro l’ondata di condanne per la deplorevole situazione dei diritti umani nel piccolo regno del Golfo Persico.

I Paesi americani condannano Al-Khalifa

Il Brasile ha chiesto al regime del Bahrain di adottare misure per combattere l’intolleranza, la discriminazione e l’incitamento della violenza sulla base della religione e delle convinzioni, ribadendo anche l’importanza di proteggere i difensori dei diritti umani. Il Cile ha espresso profonda preoccupazione per quanto riguarda le denunce di tortura nei centri di detenzione e durante le indagini. Il Messico ha presentato un numero di raccomandazioni al governo del Bahrain, tra cui l’annullamento della legge sulla revoca della cittadinanza. Il Canada ha invitato il Bahrain ad “adottare una legge per proteggere i difensori dei diritti umani, in particolare gli attivisti, e per proteggere i bambini dalle punizioni fisiche”.

Il Paese nordamericano ha anche chiesto al governo del Bahrain di fermare la sua politica di scioglimento dei partiti politici dell’opposizione e lo ha esortato a consentire proteste pacifiche e abolire le sanzioni in materia di assemblea.

Botswana preoccupato per il destino degli sciiti

Il Botswana ha espresso profonda preoccupazione per la persecuzione degli sciiti e la repressione degli attivisti dei diritti umani nel Paese del Golfo. Il Paese africano ha inoltre invitato Manama ad adottare misure necessarie per consentire ai cittadini di partecipare al processo politico.

La voce dei Membri dell’Ue

Il Belgio ha chiesto al governo del Bahrain di interrompere le revoche arbitrarie di cittadinanza nei confronti dei cittadini e di attuare pienamente le raccomandazioni della Bici (Bahrain Independent Commission of Inquiry).
La Svizzera si rammarica del fatto che il Bahrain non abbia attuato tutte le raccomandazioni della relazione Bici e ha criticato le misure di rappresaglia contro gli attivisti per i diritti umani e i divieti per il loro viaggio a Ginevra. L’Austria ha chiesto che il Bahrain consenta al Rappresentante Speciale delle Nazioni Unite per la tortura di visitare il Paese.                                                                 La Slovenia ha chiesto che il Bahrain stabilisca un calendario per attuare le raccomandazioni del Consiglio dei diritti umani, rammaricandosi per le condanne a morte eseguite lo scorso gennaio, esortando il Bahrain a fermare simili esecuzioni.

Certo, la voce di condanna di tanti Paesi non sarà sufficiente a portare cambiamenti immediati in Bahrain, un Paese che di fatto attua la legge marziale. Infatti, il re del Bahrain ha ratificato una legge approvata dal parlamento che permette ai tribunali militari di poter giudicare i civili dando un ulteriore giro di vite alla repressione del dissenso sull’isola. La Bahrain News Agency riporta che il re Hamad bin Isa Al-Khalifa ha approvato questo emendamento costituzionale il 3 aprile scorso.

Mentre i gruppi di attivisti hanno già lanciato l’allarme perché un simile emendamento consentirà uno stato non dichiarato di legge marziale nel regno, rimane l’illusione che la gravità delle condanne da parte della Comunità internazionale possa frenare il regime repressivo di Al-Khalifa o che gli alleati occidentali del Bahrain, in particolare Stati Uniti e Gran Bretagna, facciano realmente forza al regime perché rispetti le raccomandazioni della Bahrain Independent Commission of Inquiry.

di Cristina Amoroso

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