Mediterraneo tra sciacalli e vigliacchi
Si parla di Mediterraneo e immigrazione ogni volta che, dopo una tragedia in mare, si scatena l’ipocrisia internazionale e nostrana con una ridda di dichiarazioni e polemiche da sciacalli che, pur di segnare un punto miserabile, non si fermano dinanzi a cataste di morti.
Al di là dei vari disastro restano i fatti crudi che una politica vigliacca quanto ipocrita e una Ue che lo è altrettanto, si rifiutano di vedere: i flussi migratori sono fuori controllo ed il fenomeno, lasciato a se stesso, non farà che peggiorare, trasformando il Mediterraneo in un liquido cimitero. Le crisi sanguinose che stanno dilaniando Africa e Medio Oriente, le guerre, le carestie, la fame, hanno messo in moto flussi sempre più massicci di disperati che nulla hanno da perdere se non una vita impossibile.
È un fatto che queste masse, attirate dal miraggio bugiardo dell’Europa, finiscono nelle mani di organizzazioni criminali che le spogliano d’ogni cosa, le brutalizzano e le stuprano a discrezione, uccidendo alla minima ribellione. Quei disgraziati, tenuti come bestie al limite della sopravvivenza, all’ultima tappa del loro lunghissimo calvario vengono stipati all’inverosimile su barcacce sempre più scassate e spinti in mare spesso controvoglia, con un telefono per chiamare soccorsi che molte volte arrivano solo per raccogliere cadaveri e superstiti.
A chi importa del dramma del Mediterraneo?
È un fatto che questo problema immane non possa essere lasciato a Italia e Malta, dall’egoismo d’una Europa preoccupata dai gretti calcoli meschini sullo zero virgola dei propri bilanci. È un fatto che la Ue stia dimostrando ancora una volta di non esistere, di non avere una politica propria che non siano gli interessi d’oltre Atlantico o dei Paesi economicamente più forti, leggi Germania&C., a cui del Mediterraneo e dei suoi problemi nulla importano.
Pensare che le soluzioni a simili problemi siano semplici possono sostenerlo solo i beceri. Il fatto è che fin’ora sono state occasioni di latrocini e speculazioni da un canto, e isterismi scomposti, urlati per vellicare gli istinti peggiori della gente dall’altro. Anche la facile scorciatoia dell’”aiutarli nei loro Paesi” è bugiarda, perché si scontra con gli infiniti fallimenti dei programmi di aiuto e cooperazione, risoltisi in colossali sprechi e corruzioni che hanno visto accomunati Organismi Internazionali e i potentati dei vari Stati.
Ma qualcosa si potrebbe fare, eccome, a cominciare dal combattere le bande di trafficanti sul loro territorio, distruggere basi e barconi prima della partenza, spezzare l’arrogante presunzione d’impunità che amplifica a dismisura un miserabile traffico che promette solo guadagni colossali. Si potrebbe, finalmente, coinvolgere tutta l’Europa, smuovendo dal meschino immobilismo Istituzioni che guardano solo al proprio interesse immediato.
Tanto ancora si potrebbe fare se i Governi fossero tali e guardassero ai Popoli e alle persone, invece che allo spread e agli indici di borsa. Fino ad allora si conteranno morti e si rinchiuderanno i superstiti in centri sempre più simili a lager a mano a mano che aumenta la vigliaccheria di chi si sente civile, lucrando su questo mentre si ruba loro l’ultima dignità.
di Redazione