Medio Oriente: l’Occidente e Israele temono l’unità araba
“Israele e i Paesi occidentali continuano a fomentare il terrorismo in Medio Oriente”. E’ quanto ha dichiarato in un’intervista rilasciata ieri a Press Tv Randy Short, analista politico statunitense. Short ha puntato il dito contro le potenze mondiali, prime fra tutte Israele, Inghilterra e Stati Uniti che, a suo dire, “ non vogliono un Medio Oriente unificato. E di certo non vogliono la stabilità in Siria”.
Ha inoltre evidenziato che proprio l’imperialismo e l’ingiustizia di queste “forze esterne” tendono ad esacerbare situazioni già gravi. Dopo un’attenta analisi dei problemi che affliggono da decenni l’intera regione mediorientale, Short ha esortato i Paesi che ne fanno parte a porre fine alle lotte interne e a farsi per primi promotori della pace e della stabilità. Le dichiarazioni di Short sono conseguenti a quanto sta succedendo in questi giorni in Iraq, dove un gruppo di terroristi takfiri denominati Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil) sta mettendo a ferro e fuoco alcune zone dell’Iraq e si è impossessato della città di Tikrit, nella provincia Salahuddin e di Mosul, nella provincia settentrionale di Ninive.
La reazione del governo iracheno è stata piuttosto tardiva. Nonostante ciò, l’esercito si trova ora a fronteggiare i jihadisti alla periferia della città di Muqdadiyah, a nord est di Baquba, nella provincia irachena di Diyala. I terroristi hanno minacciato di estendere i loro attacchi anche contro le altre città irachene, compresa la capitale. Secondo quanto ha riportato Hispan Tv in queste ore, le autorità irachene hanno annunciato che circa 1,5 milioni di volontari si sono stati presentati a Baghdad per difendere il loro territorio, dopo che la massima autorità religiosa sciita in Iraq, Ayatollah Seyed Ali Sistani, ha invitato gli iracheni a prendere le armi contro il terroristi.