Mavi Marmara: la Spagna condanna Netanyahu
Il giudice spagnolo Jose de la Mata ha ordinato a Polizia e Guardia Civile di inviare una notifica nel caso in cui il Primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e altri sei ministri ed ex ministri varchino il confine del territorio spagnolo. Secondo i quotidiani Latin American Herald Tribute e Indipendent, la sentenza emessa dal tribunale spagnolo fa riferimento all’attacco subito nel 2010 dalla Freedom Flotilla, e in particolare dalla nave turca Mavi Marmara battente bandiera delle Isole Comore, durante il tentativo di rompere il blocco imposto da Israele alla Striscia di Gaza e di rifornire gli abitanti di beni e medicinali di prima necessità.
La Flottila era composta da un totale di sei imbarcazioni per circa 500 uomini e trasportava, tra le altre cose, anche materiali utili alla ricostruzione della Striscia in seguito all’operazione militare israeliana del 2009, nota come “Piombo Fuso”. La marina militare israeliana aveva attaccato le imbarcazioni quando ancora si trovavano in acque internazionali, uccidendo 10 attivisti per i diritti umani. L’incidente, che aveva seriamente compromesso i rapporti tra Israele e la Turchia, rischia oggi di intaccare anche quelli con la Spagna, in un crescente clima di malcontento europeo per le politiche interne di Israele.
Ma la corte spagnola non è stata la sola a pronunciarsi in merito: la Cpi, Corte Penale Internazionale, lo scorso luglio ha ordinato al procuratore capo Fatou Bensouda di rivedere la propria decisione presa nell’autunno del 2010 con la quale si decideva di non aprire un contenzioso con Israele poiché i fatti in questione non furono giudicati sufficientemente gravi. Secondo i giudici della Cpi, Bensouda avrebbe commesso “errori materiali nella determinazione della gravità di un potenziale caso” che andrebbe perciò riesaminato il prima possibile.
Insieme al Premier israeliano, sono stati considerati colpevoli del crimine contro la Mavi Marmara tutti gli appartenenti al Forum dei sette, il comitato creato ad hoc nel 2010 per prendere le decisioni in materia di sicurezza riguardanti la Freedom Flotilla, composto da: l’ex ministro della Difesa, Ehud Barak, l’ex ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman, l’ex ministro degli Affari Strategici, Moshe Yaalon, l’ex ministro degli Interni, Eli Yishai, il ministro senza portafoglio Benny Begin e il vice ammiraglio Maron Eliezer, a capo dell’operazione dei reparti speciali dello “Shayetet 13”.
“Riteniamo che questa decisione sia una provocazione. Stiamo lavorando con le autorità spagnole per farla annullare e speriamo finisca al più presto”, queste le dichiarazioni del portavoce del ministro degli Esteri israeliano, Emmanuel Nachshon.
Nel frattempo, però, Netanyahu sperimenterà sulla sua pelle cosa voglia dire avere delle limitazioni alla propria libertà di movimento, la stessa che i palestinesi dei Territori Occupati e della Striscia di Gaza sperimentano ogni giorno della loro vita, alcuni anche solo per andare a fare la spesa.