Martiri insegnano alle nuove generazioni a non aver paura del nemico
Nella storia dell’Iran, il ruolo dei Martiri è stato determinante nel raggiungimento della libertà e della sovranità della nazione. Grazie al sacrificio di centinaia di migliaia di giovani iraniani, l’Iran è riuscito a spezzare le catene dell’imperialismo occidentale.
A tal proposito, il leader della Rivoluzione Islamica dell’Iran, l’Ayatollah Seyyed Ali Khamenei, ha osservato che i martiri hanno insegnato alle generazioni del popolo iraniano a non avere paura del nemico.
“Il passare del tempo non ha potuto e non potrà mai cancellare i cari martiri dalla memoria della nazione iraniana. Questa tavoletta splendente sarà sempre decorata con il titolo del martirio e della memoria dei martiri”, ha scritto giovedì il Leader in un messaggio in occasione della Settimana della Sacra Difesa che segna l’inizio della guerra del regime di Saddam Hossein all’Iran nel 1980.
“Questa riserva storica darà sempre alle nostre generazioni speranza, determinazione e coraggio per compiere passi decisi verso traguardi elevati e non aver paura dell’inimicizia dei diavoli del mondo”, ha aggiunto l’Ayatollah Khamenei. “Il fronte della giustizia e della verità otterrà grandi vittorie con questo potere e disposizione divini, a Dio piacendo”, ha concluso il leader iraniano.
Martiri e Sacra Difesa
L’esercito iracheno invase l’Iran il 22 settembre 1980, ponendo le basi per otto anni di guerra. Con il sostegno di alcuni Paesi arabi e occidentali, Saddam Hussein ordinò un attacco all’Iran 19 mesi dopo la Rivoluzione Islamica.
La guerra si concluse nell’agosto 1988. Le Nazioni Unite dichiararono Saddam colui che scatenò il conflitto. In Iran, la Settimana della Sacra Difesa viene commemorata ogni anno dal 21 settembre. Secondo le statistiche ufficiali, 225.570 persone furono martirizzate e 574.101 divennero veterani durante la Sacra Difesa. Inoltre, i prigionieri di guerra liberati furono 43.173.
di Yahya Sorbello