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Mario Draghi è l’Uomo della Provvidenza?

Tra le grandi aspettative degli italiani per un Governo dei “migliori” in risposta all’appello del Capo dello Stato, il nuovo Governo politico-tecnico ha giurato a mezzogiorno di sabato 13 febbraio. Un Governo di larghe intere, appoggiato da tutti i partiti con l’esclusione di Fratelli d’Italia. Otto i ministri tecnici e 15 i politici.“Mi aspetto la massima collaborazione, avanti uniti” avrebbe detto il Premier Mario Draghi ai ministri riuniti dopo il passaggio di consegne a Palazzo Chigi.

15 i ministri politici della squadra: un’accozzaglia

Quattro i ministri M5s: Luigi Di Maio (Esteri), Stefano Patuanelli (Politiche Agricole), Federico D’Incà (Rapporti con il Parlamento), Fabiana Dadone (Politiche giovanili). Tre i ministri Pd: Lorenzo Guerini (Difesa), Dario Franceschini (Cultura), Andrea Orlando (Lavoro). Tre di Forza Italia: Mara Carfagna (Sud e coesione), Renato Brunetta (Pubblica amministrazione), Maria Stella Gelmini (Autonomie). Tre anche quelli della Lega: Giancarlo Giorgetti (Sviluppo economico), Erika Stefani (Disabilità), Massimo Garavaglia (Turismo). Uno di Leu: Roberto Speranza (Salute). Uno di Italia Viva: Elena Bonetti (Pari opportunità e famiglia) 

Tutti insieme appassionatamente

Un Governo Draghi-Di Maio: un governo senza speranza nonostante Speranza è il commento del critico d’arte Sgarbi. Una terribile delusione per chi commenta a caldo la lista dei nuovi ministri. Un Governo malato… malinconica fotocopia del Governo Conte, dove sono state accontentate in modo spudorato tutte le componenti politiche. C’erano tante speranze e invece ci ritroviamo Speranza, è stato applicato il Manuale Cencelli. Per Giorgia Meloni “le grandi aspettative degli italiani sull’ipotesi di un ‘Governo dei migliori’, in risposta all’appello del Capo dello Stato per fare fronte alla drammatica situazione dell’Italia, si infrangono in un Esecutivo di compromesso che rispolvera buona parte dei Ministri di Conte”. 

Per alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle “non c’è il super-ministero che avrebbe dovuto prevedere la fusione tra il Ministero dello Sviluppo economico e il Ministero dell’Ambiente oggetto del quesito sulla Piattaforma Rousseau”. La scelta ricaduta sul tecnico Cingolani pare non soddisfi a pieno i Cinquestelle, che secondo alcune fonti avrebbero preferito una figura politica alla guida del ministro della Transizione Ecologica. Tre su quattro ministri vengono dal nord, Lombardia e Veneto, nessuno dalle isole e quote rose non rispettate.

Otto i ministri tecnici per Mario Draghi

Otto i ministri tecnici in un’armonia d’intenti, più il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: Daniele Franco, direttore generale di Bankitalia (Economia), Luciana Lamorgese, prefetto in pensione (Interno), Marta Cartabia, la prima donna al vertice della Corte costituzionale (Giustizia), Roberto Cingolani, il fisico dai cento brevetti, (Ambiente e Transizione ecologica), Enrico Giovannini, il paladino dello sviluppo sostenibile (Infrastrutture e Trasporti), Patrizio Bianchi, l’economista con la passione per la scuola (Istruzione), Cristina Messa, il medico-Rettore (Università), Vittorio Colao, il top manager per l’Innovazione tecnologica (Innovazione tecnologica e transizione digitale). 

Per completare la vera squadra di fiducia del Premier una figura di alto profilo per andare a ricoprire il ruolo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Uno dei gangli centrali di ogni esecutivo, il braccio destro per mandare avanti la macchina di Palazzo Chigi, per coordinare le politiche del governo e incidere sull’indirizzo generale che il Premier in carica vuole imprimere alla sua azione. Fiducia massima, un prerequisito, per Roberto Garofali, stimato magistrato, con incarichi in vari governi dal Prodi II, nell’Ufficio legislativo con D’Alema, al Berlusconi IV, capo di gabinetto con Renzi e con Conte I.

La mission di Mario Draghi

Riuscirà l’uomo della Provvidenza a concludere la sua mission con questa squadra stonata? Ma qual è la vera mission di Mario Draghi?

“Ora è il momento della saggezza nella scelta del futuro che vogliamo costruire”. Era il 18 agosto 2020 quando il Premier, aprendo il 40° Meeting di Rimini, tracciava forse le linee programmatiche di quella che, in questi giorni, è diventata la sua mission: formare un governo?

Pensiamo di sì con l’occhio alla sua squadra di tecnici che oltre ai fedelissimi (Daniele Franco e Roberto Garofali) o ai garantiti dal profumo massonico di lobbies o del Club di Roma (Colao, Giovannini, Cingolani) l’educazione gesuitica deve avere spinto Draghi a scelte motivate non solo dall’alto profilo, ma anche dalle fede professata che sia quella legata all’Opus Dei (Luciana La Morgese, membro di Sorella Natura) o a Comunione e Liberazione del Meeting di Rimini (Marta Cartabia, Cristina Messa, e tra i politici Giorgetti, Carfagna, Germini), o quella cattolica di un catto-comunista legato a Prodi (Patrizio Bianchi).

Soprattutto dopo la sua recente nomina di Papa Bergoglio a membro  dell’Accademia delle Scienze Sociali, istituzione nata nel 1994 con lo scopo di fornire alla Chiesa gli elementi da impiegare per lo sviluppo della dottrina sociale e permettere di studiarne gli effetti dell’applicazione nella società contemporanea. Accademia delle Scienze Sociali che ben si sposa con la Fondazione Sorella Natura dell’Opus Dei, un’altra “creatura” tutta business&chiesa, con Antonio Fazio fra i leader.

Governo Draghi tra Great Reset e Salvatore dell’Italia e dell’Europa

È ancora presto per capire quali saranno i ruoli dello schema di governo Draghi con i due nuovi ministeri: quello della Transizione ecologica, guidato da Roberto Cingolani e quello dell’Innovazione e la transizione digitale affidato al big Vittorio Colao, il tema della governance sarà definito nelle prossime settimane.

Per ora rimangono le ipotesi sulla mission del Governo guidato da Mario Draghi. Dalla più pessimistica che vede nella riconferma di Roberto Speranza e Arcuri la riconferma dell’impostura omicida, Draghi è venuto con i mostri di prima, pronto a proseguire e indurire la macelleria del Great Reset, sfoltendo la popolazione, affossando il servizio sanitario e il Paese, strumento delle oligarchie della finanza apolide. Alla più esaltante di Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt e gran maestro del circuito massonico progressista sovranazionale, che parla della rivoluzionaria mission di un convertito Mario Draghi a Palazzo Chigi: la rinascita dell’Italia che cambierà la storia europea: «Sarà dall’Italia che partirà la rivoluzione che l’Europa aspetta. Cambiare l’Europa significa condizionare il resto del mondo». Staremo a vedere. 

di Cristina Amoroso

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