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L’Ucraina verso Mosca: accordo Putin-Yanucovich

di Mauro Indelicato

Non c’era alcuna sorpresa del resto: i media europei hanno in questi giorni paventato un cambiamento di casacca del presidente dell’Ucraina, Viktor Yanucovich, a favore dell’Unione Europea, ma in realtà pare che il governo di Kiev non abbia mai pensato di stringere di nuovo la mano a Bruxelles.

Con buona pace dei manifestanti, molti dei quali organizzati già parecchi giorni prima che iniziasse l’ondata di protesta pro Ue, l’Ucraina va dunque verso l’area di libero scambio con la Russia e con altre repubbliche ex sovietiche. Una scelta, in un certo senso, quasi obbligata: la Russia infatti, è in grado di intervenire da subito con un prestito di svariati miliardi di Euro, che eviterebbe il default del Paese. Ma anche in prospettiva futura, la scelta di tendere la mano a Mosca, è un’operazione certamente conveniente: l’area di libero scambio infatti, raggrupperà un insieme di economie molto floride, in crescita, con situazioni del tutto diverse e differenti da un’Unione Europea in cui invece l’unica cosa ad avanzare sono l’austerity e la povertà.

Non bisogna nemmeno dimenticare comunque, anche il lato sociale e culturale della vicenda: “Ci vogliono imporre matrimoni tra omosessuali, vogliono trasformarci a colpi di direttive in uno Stato uguale a quelli che già compongono l’Ue. Ma la società ucraina è pronta per tutto questo?” ha tuonato nei giorni scorsi il primo ministro ucraino davanti ad una folla, non meno numerosa di quella mostrata dai media occidentali, che inneggiava all’accordo con Mosca.

Ed in effetti, anche i temi sociali sono molto sentiti in Ucraina e pesano sulla reputazione che l’Ue ha nel Paese ex sovietico; in ogni modo, l’accordo di ieri tra Putin e Yanucovich spazza via ogni dubbio: la Russia vince l’ennesima battaglia diplomatica di questo 2013, riporta nella sua orbita l’Ucraina e fa avanzare sempre di più la sua area di influenza. A Bruxelles, non resta che prenderne atto ed evitare altre ingerenze verso la politica ucraina, fatta a suon di interventi di sostegno a favore dei gruppi di manifestanti, spesso, molti ipotizzano, fatti non soltanto a parole.

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