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L’Italia festeggia, ma non riconosce il suo vero padrone

di Mauro Indelicato

Ieri nel teatrino italico, è andata in scena un’altra commedia dal sapore aspro e provinciale, che ha dato modo di vedere a tutti in quale squallido clima culturale è precipitato il nostro paese negli ultimi 20 anni.

Sembrava di assistere ad una finale mondiale (l’impegno culturale maggiore per un italiota), con tanto di dirette, edizioni straordinarie ripetute, telecamere puntate fisse sulla sala del dibattimento, invece si trattava di una sentenza che, per l’appunto, il teatrino italico ha trasformato in un grande show, quasi un grande fratello in cui i giudici togati a momenti diventavano i protagonisti da eliminare con tanto di televoto.

L’apice dell’assurdo, si è avuto poi intorno alle 16, quando in un comunicato si leggeva: “La sentenza verrà data dopo la chiusura delle borse”, frase questa che sintetizza meglio di ogni trattato politico l’andazzo della nostra storia e che spiega chi realmente governa il nostro paese, o quel che ne rimane.

E così, mentre la disoccupazione giovanile avanza, mentre i nostri marchi vengono comprati dai cinesi, mentre la nostra politica è sequestrata dalle lobby finanziarie internazionali e mentre l’Euro ogni giorno che passa strozza imprese, artigiani e lavoratori, un paese intero, come nella classica tradizione del dopo guerra, era incollato davanti la tv a fare un tifo da stadio e preparando spumanti e champagne.

Berlusconi quindi è stato condannato; deliranti molti messaggi su Facebook, nel quale si paragonava questa data a quella del 25 aprile, così come c’era chi definiva questo giorno l’inizio della risalita per l’Italia.

In realtà, la sentenza di ieri è una sentenza come tante altre; sia perché il neo pregiudicato difficilmente farà la galera o perderà la sua fortuna accumulata in 40 anni, sia perché i problemi dell’Italia non affondano verso una sola persona, per quanto squallida e portatrice di interessi poco limpidi.

L’unico risultato raggiunto ieri, è stato ancora una volta a favore di chi vuol distrarre il popolo italiota, appioppando a tale popolo ancora bandiere, divisioni, faziosità che fanno fregare di soddisfazione le mani a chi da dietro continua a svuotare e defraudare lo stivale. Mentre 57 milioni di italiani dovrebbero interrogarsi sui recenti eventi politici e non, come l’imposizione di Monti, di Letta, l’inciucio tra Pd e Pdl, la rielezione di Napolitano, la “giuria dei saggi”, tutta roba che presa singolarmente farebbe scoppiare rivolte a pochi passi da qui, invece ieri c’erano 57 milioni di italioti che patteggiavano per l’una o per l’altra parte (come se realmente ancora si potesse pensare ad una divisione tra destra e sinistra), in cui una fazione, o presunta tale, alla lettura della sentenza si è messa a brindare, mentre l’altra invece si è messa a gridare allo scandalo.

Fin qui dunque, la descrizione del teatrino italico; ma tentando di dare una parvenza di serietà allo spettacolo di ieri, partiamo da una domanda: chi e cosa ha rappresentato Berlusconi?

Berlusconi è il classico italiano che nella propria biografia ha diversi buchi neri: non si sa come ha fatto ad accumulare il denaro che serviva ad iniziare la sua scalata; ad un certo punto, lo stalliere della sua villa era un mafioso dal calibro di Vito Mangano; non si capisce come sia arrivato ad intrecciare rapporti con Craxi, il quale ha dato più di una spinta alla creazione del suo potere mediatico; oscuri e misteriosi i nodi della sua “discesa in campo”, soprattutto per ciò che riguarda l’apporto decisivo dei voti siciliani recuperati da Marcello Dell’Utri. Insomma, una serie di omissis nel corso della sua vita, a cui però l’italiota presta poca attenzione, contribuendo, sia per l’odio che per le simpatie che ha suscitato, a far di Berlusconi uno dei personaggi più in vista del paese. Un personaggio poco limpido, arrivato però ai vertici della politica italiana; ma proprio da capo del governo, come mai tanti scontri con la Magistratura?

Prima di passare a questo capitolo, facciamo un ex cursus breve sul ciò che rappresenta dagli anni ’80 in poi la Magistratura italiana, la stessa che ha isolato, poco prima delle bombe del 1992, Falcone e Borsellino.

Il potere delle toghe, è il sospetto che inizia a circolare verso anche gli storici “non complottisti”, sarebbe stato usato dal 1990 come braccio da chi voleva imporre il progetto europeo nel nostro paese; la classe politica mandata già con tangentopoli, tra tutte le sue disgrazie, aveva però mostrato resistenza circa il nascente trattato di Maastricht. In particolare, Bettino Craxi definì scellerati i parametri austeri fissati nel 1993, mentre tanti altri politici non gradivano affatto l’aria germano centrica della nascente Bce; così, ecco che con tangentopoli e l’azzeramento della classe politica italiana, si è potuto comodamente piazzare a capo dei governi di allora, gente come Amato, Ciampi, Dini, poco più tardi anche Prodi, uomini indubbiamente vicini all’alta finanza ed al progetto dell’Euro.

Berlusconi in tutto questo cosa c’entra? L’ex premier, pur nel suo squallore prima rappresentato e pur tra le tante disgrazie, proprio per il suo carisma non è mai stato molto accondiscendente ai parametri europei; in più, in politica estera, ha avvicinato molto l’Italia alla Russia di Vladimir Putin, nemico numero uno dei banchieri europei, colui che ha ridato a Mosca un ruolo internazionale che va a cozzare con i “padri” della moneta unica europea.

E così, prima l’eliminazione politica, parzialmente riuscita nel 2011, che non ha impedito a Berlusconi di ritirarsi dalle scene ma ha comunque piazzato un uomo Bilderberg come Monti al governo, adesso le sentenze che fanno gridare alla “liberazione” o allo scandalo, ma che in realtà è possibile inquadrare in questo contesto storico.

L’eliminazione forzata di un uomo come Berlusconi, non avvenuta grazie a sconfitte politiche ed a colpi di orgoglio del popolo italiota, ma comandata da una Magistratura storicamente affine agli interessi di potenze straniere, non è certo un fatto che possa essere considerato un vanto per l’Italia intera, così come penoso è stato osservare ieri pomeriggio quel clima da finale mondiale di cui si accennava ad inizio articolo.

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