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L’Istat sbugiarda l’ipocrisia del Governo, situazione disastrosa per l’Italia

di Redazione

In Italia, 2,2 milioni di famiglie sono senza lavoro e un minore su cinque vive sotto la soglia della povertà; a certificarlo è il 24° rapporto annuale dell’Istat sul 2015 che sbugiarda le favole ipocrite di un Governo inetto.

Le quasi 300 pagine del documento si sintetizzano così: un forte aumento delle famiglie costrette a sopravvivere senza lavoro, una spesa sociale penosamente inefficiente (in Europa, solo la Grecia fa peggio dell’Italia); un’esplosione delle diseguaglianze, che segnano l’aumento più alto fra i Paesi al mondo che rilevano il dato. Da quanto riportato emerge che, anno dopo anno, a dispetto dei fiumi di stucchevoli parole, aumenta a dismisura il divario fra le aree del Paese, con il Sud che arriva a contare una famiglia su quattro priva di redditi da lavoro.

Ma ciò che incide più in negativo sulle prospettive, è che in Italia sono i giovani a pagare l’inettitudine delle Amministrazioni locali e dei Governi che si sono succeduti: un quarto di essi non studia e non cerca neanche un lavoro che non c’è; sei su dieci continuano a vivere in casa con i genitori e, anche se continuano a studiare per acquistare titoli, la quota di chi ci riesce continua a scendere. È un’intera generazione che è stata bruciata fra precarietà, sotto occupazione e la frustrazione di non avere un lavoro.

I dati sull’occupazione complessiva registrano un lieve miglioramento di facciata sull’anno precedente, ma sono dati bugiardi sia perché è dal 2008 che il lavoro stabile si contrae, sia perché i numeri dell’occupazione sono gonfiati da lavori dequalificanti e sottopagati, frustranti parcheggi senza sbocco.

È questo il desolante ritratto di un Paese bloccato che non mette al mondo figli (con Germania e Giappone è il più invecchiato al mondo); un Paese spezzato fra aree che nessuno si sogna di ricomporre; un Paese senza speranze con un welfare in via di liquidazione; un Paese sempre più povero e ingiusto, dove il ridicolo aumento del Pil strombazzato dal Governo serve a ingrassare a dismisura un numero sempre più piccolo di persone sulle spalle di una popolazione che sprofonda nel disagio.

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