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Le banche assumono ex agenti Cia per spiare i propri dipendenti

di Cristina Amoroso

“Inutile chiudere la porta della stalla, quando i buoi sono già scappati”, è un vecchio adagio che le più grandi banche del mondo hanno condiviso, nel disperato tentativo di evitare più costosi scontri con le autorità di regolamentazione, ed evitare pesanti multe.

Secondo un rapporto di Bloomberg, le banche tra cui Hsbc, Deutsche Bank e JpMorgan hanno assunto ex professionisti dell’intelligence militari inglesi e americani, della Cia e del Gchq, per “spiare” le attività di impiegati di banca e cercare di prevenirne la cattiva condotta, dissuadere l’eventuale manipolatore del mercato o il trader canaglia. Negli ultimi 18 mesi, le imprese bancarie hanno assunto decine di ex agenti, dirigenti e reclutatori. I funzionari delle banche hanno rifiutato di commentare.

Sono utilizzati agenti come Bryon Linnehan, che ha trascorso più di due anni a caccia dei “cattivi” in tutto l’Iraq come ufficiale militare e di intelligence degli Stati Uniti. Da maggio, sulla base delle sue  competenze, ha affinato la ricerca sul campo di battaglia per controllare le comunicazioni elettroniche all’interno di Barclays Plc. Ha iniziato proprio mentre l’azienda è stata multata per un totale di 1,5 miliardi di sterline (2,2 miliardi di dollari) per collusione con altre banche nel manipolare il mercato dei cambi.

La banca con sede a Londra era già stata multata di 290 milioni di sterline per manovre di tasso di interesse e di circa 435 milioni di sterline per la manipolazione dei mercati dell’energia elettrica. Linnehan, che ha servito come ufficiale dei servizi segreti in un battaglione di cavalleria in Iraq, ora passa ogni giorno a spulciare tra le centinaia di e-mail dei bancari.

Agenti finora utilizzati per il monitoraggio di terroristi o di anelli del crimine organizzato hanno trovato una seconda carriera lucrativa, per tenere sotto controllo gli operatori di Wall Street. I metodi utilizzati per analizzare le comunicazioni vocali, di testo e le e-mail per scopi di difesa nazionale non si discostano molto da quelli ora impiegati per portare alla luce trader di cattiva condotta. Questo rende le ex spie una scelta naturale per le banche, dove possono aspettarsi almeno di raddoppiare la loro paga.

Negli ultimi anni non sono mancati casi di impiegati di banca implicati in grandi scandali e imprigionati.

Non finisce ancora di stupire la vicenda di Jérome Kerviel, il trader francese che nel 2008 fu protagonista di uno dei più importanti scandali finanziari globali, quello che ha visto la Société Générale incassare una perdita di 4,9 miliardi di euro per le sue operazioni sui derivati. Ora nuove rivelazioni di un magistrato, che in passato ha seguito il caso, confermerebbero l’ipotesi che Kerviel non fosse una “scheggia impazzita”, ma che i vertici della banca fossero a conoscenza delle sue operazioni in borsa fino a quel momento redditizie.

O la vicenda di Kweku Adoboli, un ghanese noto per il suo ruolo nel 2011 nello scandalo Usb che costò alla banca due miliardi di euro, condannato per frode nel novembre 2012. O il caso di Tom Hayes, coinvolto nella fissazione del tasso Libor, anche se la sua condanna è stata poi ridotta dopo un appello.

Un maggiore controllo sul settore bancario, in gran parte grazie a posizioni più severe degli enti preposti alla vigilanza della borsa valori, i regolatori, come la Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti e la Financial Conduct Authority del Regno Unito, ha portato molte istituzioni finanziarie a intraprendere grandi passi per cercare di limitare tali scandali che costano miliardi.

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