Medio Oriente

Libano e i 12 punti imposti dal regime saudita


“Gli Stati del Golfo Arabo stanno cercando di ricucire i legami con il Libano”, ha dichiarato il ministro degli Esteri kuwaitiano, lo sceicco Ahmad Nasser Al-Mohammad Al-Sabah a Beirut, dove si trovava in visita ufficiale durante il fine settimana.

La scena era in qualche modo “luminosa”, poiché l’alto diplomatico kuwaitiano è stato presentato come un “mediatore” la cui visita mirava a risolvere una situazione di stallo tra Beirut e Riyadh, che ha sospeso i rapporti lo scorso ottobre a causa dei commenti dell’allora ministro dell’Informazione, Georges Kordahi, in cui ha criticato il Regno Saudita per la sua aggressione allo Yemen.

Tuttavia, Al-Sabah non è altro che un “portavoce” che ha consegnato un messaggio di Riyadh. Il messaggio, consegnato al primo ministro libanese Najib Mikati, include proposte in 12 punti o ‘condizioni’ fissate al governo libanese.

Il quotidiano libanese Al-Akhbar ha rivelato che le 12 condizioni con almeno quattro di esse sono direttamente o indirettamente legate a Hezbollah. L’iniziativa prevede l’impegno del Libano nei confronti dell’Accordo di Taif del 1989 che pose fine alla guerra civile libanese. Sottolinea la “civiltà” dello Stato libanese e che la cosiddetta “politica di dissociazione” di Beirut deve essere “con parole e fatti”.

Libano? Il vero obiettivo è Hezbollah

Il documento stabilisce anche che il Libano “deve fissare una scadenza” per l’attuazione delle risoluzioni 1559, 1608 e 1701 delle Nazioni Unite (la maggior parte di esse riguardano il disarmo di Hezbollah).

La sesta condizione prevede “fermare l’ingerenza di Hezbollah negli affari arabi, in particolare negli affari del Golfo, poiché prevede anche l’impegno del Libano a perseguire “qualsiasi parte libanese impegnata in azioni ostili contro gli Stati del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg)”.

La cosiddetta ‘iniziativa’ chiede al Libano di fermare tutte le attività legate ai “gruppi anti-Ccg”. Nell’ottava condizione, Riyadh sottolinea l’importanza di tenere in tempo le elezioni parlamentari e presidenziali in Libano.

La nona e la decima condizione prevedono un inasprimento delle ispezioni e dei controlli alle frontiere per prevenire il traffico di droga nel Golfo. Il documento invita inoltre il Libano a istituire un sistema di cooperazione per la sicurezza in cui Beirut “scambia i dati sulla sicurezza” con gli Stati del Ccg.

Il dodicesimo punto esorta il Libano a collaborare con il Fmi per “risolvere la questione” dei depositi dei cittadini libanesi nelle banche libanesi. In poche parole, una resa totale e incondizionata del Libano agli sporchi interessi del regime saudita.

di Redazione

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