Europa

Lesbo, Onu richiede evacuazione del campo

L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha chiesto l’evacuazione urgente di famiglie e malati dal campo di Moria a Lesbo. Durante il fine settimana le imbarcazioni hanno continuato ad arrivare sulle isole Agean, aumentando il numero delle famiglie presenti nel campo che si trovano in condizioni “allarmanti”. Il campo di Moria a Lesbo è cresciuto da una popolazione di 5mila persone lo scorso luglio alle attuali 20mila, con nuovi nuclei famigliari che arrivano ogni giorno.

Anche i nuovi arrivati ​​più vulnerabili non possono più trovare spazio nell’area ufficiale, ma devono costruire rifugi di fortuna in un terreno pieno di rifiuti attorno al campo. Oltre l’85% degli arrivi dell’anno scorso erano rifugiati. La maggior parte delle famiglie proveniva dall’Afghanistan e dalla Siria, ma anche dall’Iraq, dalla Palestina, dalla Somalia e dalla Rdc. 

Lesbo, dati allarmanti dell’Unhcr

Il portavoce dell’Unhcr, Andrej Mahecic, ha dichiarato: “Più di 36mila richiedenti asilo alloggiano nei centri di accoglienza in cinque isole, originariamente progettate per 5.400 persone. Siamo seriamente preoccupati per l’accesso limitato ai servizi sanitari nei centri di accoglienza, aggravato dalle difficili condizioni di vita. La Grecia è stata generosa nei confronti dei rifugiati, nonostante una situazione molto complessa e difficile, e le isole dell’Egeo orientale hanno assunto un onere enormemente sproporzionati. È fondamentale che altre regioni della Grecia intensifichino la loro solidarietà per contribuire ad alleviare le pressioni ricevendo richiedenti asilo trasferiti e aprendo luoghi di accoglienza. È urgente che il governo acceleri l’attuazione dei suoi piani per spostare migliaia di richiedenti asilo dalle isole alla terraferma”.

Si stima che oltre 42mila persone, comprese molte donne e bambini, si trovino a Lesbo, Samo, Chios, Leros e Kos. Impossibilitati ad andarsene a causa di una politica di contenimento determinata dall’Ue, costretti a rimanere sulle isole fino a quando le loro richieste di asilo non verranno elaborate da un sistema sovraccarico e allo stremo.

di Sebastiano Lo Monaco

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