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L’antagonismo “funzionale” entra in scena a Roma

di Mauro Indelicato

Diciamocelo chiaramente: quando si è parlato di “movimento antagonista”in marcia a Roma, forse si è pensato ad un qualcosa di nuovo. I vari movimenti, dai No Tav, ai tanti altri sparsi in giro per il territorio italiano, uniti per obiettivi comuni superando finalmente ideologie e vecchie modalità falsamente oppositive. Ma vedendo quanto successo ieri nella capitale, qualche delusione è arrivata; in primis, poco opportune le divisioni interne a questi movimenti, non a caso infatti i primi scontri si sono avuti dinnanzi la sede di Casapound, il centro sociale di destra raggiunto da colpi di bottiglie a cui i poliziotti hanno fatto da scudo.

Per il resto, è sembrata poi una passeggiata di gente in scampagnata, intervallata da qualche sporadico, quanto inutile, scontro con le forze dell’ordine dinnanzi alcune sedi governative. Insomma, nulla di quell’assalto al palazzo o di quell’assalto al potere urlato su Facebook nei giorni scorsi, nulla quindi di realmente antagonista; l’unico sussulto degno di nota, riguarda l’accampamento, ancora in corso, dinnanzi il ministero delle Infrastrutture, ovviamente effettuato dai vari movimenti No Tav al fine di tenere alta l’attenzione anche a Roma sulla Torino – Lione.

La mobilitazione non è ancora sciolta comunque e la speranza è che nelle prossime ore, discutibili ed insensate divisioni possano finalmente farsi da parte, al fine di non fare il gioco di media e politici attuali; Roma è ancora blindata, si parla adesso di una creazione di un “Movimento dei Movimenti”, che raggruppi sotto un’unica sigla gli antagonisti italiani, i quali per adesso stanno tenendo un’assemblea proprio presso l’accampamento dinnanzi il Ministero delle Infrastrutture e che hanno presso una nuova grande adunata nelle prossime ore.

Di certo però, se il clima sarà lo stesso di ieri, si assisteranno a nuove divisioni strumentali, che faranno di questi giovani, magari volenterosi, giunti a Roma da ogni parte del Paese, soltanto un mezzo che per l’ennesima volta andrà ad avvantaggiare il sistema attuale. Quel che più colpisce, è come ancora in Italia non si sia creata una solida rete di movimenti come in altri Paesi europei: in Spagna gli Indignados, in Grecia le continue mobilitazioni di piazza in cui anarchici e gente comune sono fianco a fianco senza particolari divisioni, anche il Portogallo ieri ha vissuto una giornata di mobilitazione generale ed anche pacifica, qui invece il fatto stesso che ancora si usa il termine “antagonisti”, indica come non solo ci si è in presenza di una galassia di persone non molto assortite, ma anche “minoritarie” all’interno della società civile, quasi distaccate da un contesto dove invece ancora partiti e mass media tradizionali dettano legge.

L’Italia, nonostante una crisi sociale prima che economica davvero spaventosa ed oramai cronica, non riesce a sperimentare nuove forme che siano “alternative” e non antagonista, e che raggruppino quantomeno un numero sostanzioso e sostanziale della società civile. Di strada dunque, il nostro Paese ne ha parecchia da fare, ma di certo ancora non si è trovato nemmeno il sentiero da cui partire.

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