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La petroliera “Salamis” approda in Sicilia con il suo carico di immigrati

di Mauro Indelicato

Ancora una notizia che ha quantomeno del bizzarro sul fronte dell’immigrazione nel nostro paese; lo scenario è sempre lo stesso, quel canale di Sicilia sempre più trasformato in un corridoio nel quale pericolosi trafficanti di esseri umani, questa è la definizione più corretta per chi organizza tutto ciò, giocano con la miseria e la disperazione di milioni di africani, facendo loro rischiare la vita nelle disumane traversate verso l’Europa. Un sistema oramai collaudato, che va avanti dal 1992, data del primo sbarco a Lampedusa; doveroso il richiamo al tante volte trattato “piano Kalergy”, che prevede un’autentica invasione di immigrati per destabilizzare la società europea ed uniformarla sotto la spinta del multiculturalismo e del cosiddetto “Nuovo Ordine Mondiale”.

Questa tragica e sciagurata saga, oggi ha avuto un altro triste capitolo, specie per l’Italia; l’ennesima imbarcazione carica di disperati salpata dalla Libia, decide ad un certo punto di non puntare su Lampedusa, ma sull’isola di Malta. Come ben si sa, l’isola è la più grande di un arcipelago sovrano, il cui governo non ha consentito lo sbarco della carretta del mare, carica di 120 immigrati provenienti dall’Africa sub–sahariana; in particolare, i 120 erano stati salvati dalla petroliera “Salamis”, la quale poco prima di entrare nel porto della capitale maltese, La Valletta, ha però ricevuto il disco rosso dal governo del più piccolo stato Ue. La motivazione, consisteva nel fatto che in poche settimane anche le strutture d’accoglienza di Malta erano oramai al limite della capienza e dunque, per salvaguardare l’ordine pubblico, il premier Muscat ha vietato l’attracco della Salamis.

Manco a dirlo, dopo poche ore è arrivata la risposta dell’Unione Europea, la quale ha intimato a Malta, pena sanzioni, di accogliere i 120 immigrati per “ragioni umanitarie”; a stretto giro di orologio, il governo di Muscat ha risposto che tutti gli immigrati stavano bene, sono stati medicati e controllati da medici ed altre autorità, che hanno raggiunto la Salamis a largo della Valletta. Nonostante quindi le ragionevoli motivazioni del governo maltese circa l’impedimento allo sbarco e nonostante tutte le rassicurazioni del caso da un punto di vista prettamente umanitario, con i soccorsi arrivati tempestivamente ed in maniera esaustiva presso la nave con i 120 immigrati, l’UE ha continuato a pretendere che gli africani approdassero sul suolo europeo.

Il braccio di ferro tra Bruxelles e La Valletta, è finito in parità, allorquando entrambi hanno ottenuto i rispettivi obiettivi; infatti, il paese più ospitale ed “umanitario” d’Europa, accusato però dal “suo” ministro africano di essere razzista, ha accettato “di buon grado” e per “motivi umanitari” che i 120 sbarcassero sul proprio suolo. Parliamo ovviamente dell’Italia: i 120 immigrati, bloccati presso Malta, secondo le autorità maltesi erano pronti a ritornare in Libia, una volta salvati, assistiti e messi in sicurezza; invece, ieri sera la Salamis è approdata a Siracusa, facendo sbarcare gli immigrati con il “plauso” delle autorità di Bruxelles, le stesse che non perdono occasione di definire il nostro paese come uno dei meno attrezzati sul fronte dell’accoglienza ai migranti.

Questo episodio, dimostra la malafede delle autorità europee e la complicità del governo italiano; Bruxelles, invece di difendere un proprio membro e riconoscere come la situazione, da un punto di vista dell’ordine pubblico, poteva diventare problematica sull’isola di Malta se i 120 fossero approdati a La Valletta, ha accusato il governo maltese di inottemperanze sul fronte umanitario, minacciando sanzioni. Evidentemente, i governanti maltesi hanno ancora un briciolo di dignità, pensando in primis alla tutela dei diritti dei suoi cittadini e sapendo che, in ogni caso, il governo burla d’Europa, quello di Roma, avrebbe levato a La Valletta ogni patata bollente. Ancora una volta, il messaggio che passa ai trafficanti di esseri umani pronti a dare in pasto al Mediterraneo la povera gente africana, è che l’Italia è pronta sempre ed in ogni modo ad essere complice di ogni forma di illegalità d’approdo ed è altrettanto pronta a lasciare impuniti chi mette a repentaglio sul canale di Sicilia la vita di donne e bambini.

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