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Khamenei ed Hezbollah: Guida nello Spirito

In un clima regionale caratterizzato da un livello senza precedenti di settarismo e sentimenti anti-sciiti, l’alleanza di Hezbollah al concetto dell’Ayatullah Khomeini di Wilayat al-Faqih (Autorità del Giurisperito) ha sottoposto il movimento di Resistenza all’accusa di cercare di stabile uno Stato islamico in Libano, mentre altri hanno messo in dubbio la sua lealtà nazionale. Inoltre, l’adesione di Hezbollah alla Wilayat al-Faqih è stata frequentemente confusa con la sua lealtà all’Iran.

Sebbene la resistenza a Israele sia stata la spinta principale dietro la nascita di Hezbollah e quindi, la sua raison d’être, la Wilayat al-Faqih è stata, nelle parole del vice-segretario generale di Hezbollah Shaykh Naim Qassem, “la ragione per la creazione di Hezbollah”. Nell’estate del 1982 i predecessori del primo Consiglio della Shura di Hezbollah – quello che venne poi chiamato il “Comitato dei Nove” – inviarono una delegazione per ottenere l’approvazione religiosa e legale della Wilayat Faqih per la creazione di Hezbollah. Il nuovo comitato nominò una delegazione guidata da Sayyid Abbas al-Moussawi e la inviò per incontrare Khomeini onde ricevere la sua benedizione e consigli nella sua funzione di Wilayat al-Faqih. Come raccontato dal Segretario Generale di Hezbollah Sayyid Hassan Nasrallah, Khomeini disse loro “Affidatevi a Dio e non aspettatevi aiuto da nessunoEgli disse che vedeva la nostra vittoria in futuro. Nel 1982 l’Imam parlò delle vittorie che noi vediamo ora”.

Mentre l’agenda della Resistenza islamica ha coinciso con l’editto del Faqih sull’obbligo di combattere Israele, l’esistenza di Hezbollah come entità organizzativa, così come la sua identità come movimento islamico sciita, deriva dalla sua adesione all’autorità del Faqih. Poiché il principio è contestato all’interno dei circoli religiosi sciiti, Hezbollah è la sola organizzazione nel mondo sciita, al di fuori dell’Iran, che sottoscrive ufficialmente la Wilayat al-Faqih (1).

Nella “Lettera Aperta” di Hezbollah del 1985 – il primo documento ufficiale del movimento – il Faqih è riconosciuto atto ad elaborare il quadro politico che delinea i suoi parametri di azione, donandogli nel contempo un’identità politica e culturale: “Il nostro comportamento ci è dettato dai principi giuridici stabiliti alla luce di una concezione politica integrale definita dal Giurisperito che possiede l’autorità [Wilayat al-Faqih]. Per quanto riguarda la nostra cultura, essa si basa sul Sacro Corano… e le norme giuridiche del Faqih, che è la nostra fonte di imitazione (marjaa al-taqlid)”. Inoltre, il Faqih fornisce ad Hezbollah le basi legali (Sharia) per condurre il suo Jihad contro Israele come elaborato nella Lettera Aperta: “… e quando diventa necessario intraprendere il Jihad, ognuno di noi si assume la responsabilità nel combattimento in conformità alle ingiunzioni della Legge (Divina) e nel quadro della missione intrapresa sotto l’autorità del Giurisperito [il Faqih]”.

Simile ampia autorità deriva dal riconoscimento da parte di Hezbollah del Faqih come rappresentante designato del Dodicesimo Imam durante la sua Occultazione e come un’estensione della wilayat (guida) dei Profeti e Imam, rendendolo così il Wali Amr al-Muslimin (il Guardiano legale dei musulmani). Come stipulato nel quinto Principio della Costituzione iraniana: “Durante l’Occultazione del Wali al-Amr (l’Imam Mahdi, n.d.t.), la wilayat e la guida della Ummah incombe sul Faqih giusto e pio”.

Così altamente santificata è la sua posizione che Nasrallah afferma: “Colui che rifiuta l’autorità della Wilayat al-Faqih, rifiuta Dio e l’Ahlu’l-Bayt (i discendenti dell’Imam ‘Ali e di sua moglie, Fatima, la figlia del Profeta Muhammad) ed è simile a un politeista“. Ne consegue logicamente che la sottoscrizione del concetto della wilayat è condizione sine qua non per diventare membri del movimento: “Tutti coloro che vogliono far parte di Hezbollah devono obbedire al suo codice [dottrinale], e la Wilayat al-Faqih ne fa parte”. Le organizzazioni giovanili di Hezbollah, come l’Associazione di Scout Imam al-Mahdi, insegnano il principio del Faqih, mentre il concetto costituisce l’asse centrale dei programmi educativi più avanzati per le reclute più anziane. Come tale, il Faqih è considerato “una delle principali priorità intellettuali di Hezbollah”, secondo Nawaf al-Moussawi, uno dei rappresentanti del movimento in parlamento. Il Faqih è una parte intrinseca della cultura del movimento che “non è aperta a discussione”, come dichiarato da Mohammad Fneish, un ministro di Hezbollah.

L’internazionalizzazione del principio della Wilayat al-Faqih nella cultura politica del movimento è illustrata visivamente dalle immagini di Khomeini e Khamenei che adornano i muri degli uffici di ogni responsabile di Hezbollah, così come nei cartelloni delle due figure che costeggiano le strade delle roccaforti del movimento. Quindi, nonostante le accuse di molti libanesi di altre sette secondo cui l’alleanza di Hezbollah alla Wilayat al-Faqih lo rende subordinato all’Iran e lo priva della sua identità nazionale, il movimento non rifugge dal difendere pubblicamente il concetto.

Questa adesione pubblica venne evidenziata ulteriormente dalla dichiarazione di Nasrallah nel 2008 che: “Essi credono di insultarci quando ci chiamano “il partito della Wilayat al-Faqih”. Assolutamente no. Oggi dichiaro, e non è nulla di nuovo, che sono orgoglioso di appartenere al partito della Wilayat al-Faqih”.

Il livello in cui Hezbollah ha santificato la Wilayat al-Faqih e lo ha pubblicizzato è evidente nel discorso post-elettorale di Nasrallah del 17 Giugno 2009, nel quale egli dichiarò che mentre Hezbollah avrebbe accettato le “offese” politiche, come l’accusa al movimento di essere un “agente” iraniano, poneva un limite sugli attacchi riguardanti l’adesione di Hezbollah alla Wilayat al Faqih, poiché “simili questioni per noi costituiscono parte della nostra credenza religiosa. Insultarle equivale a insultare il nostro credo religioso”.

Come indicato da quest’ultima citazione, la fedeltà di Hezbollah al-Faqih non rappresenta la fedeltà politica ad un capo di Stato nazionale ma una fedeltà intellettuale alla sacra figura islamica ed ai suoi successori, i cui comandi sono considerati “verità stabilite”. Nel suo libro “Hezbollah: the Story from Within”, Shaykh Naim Qassim elabora su questa distinzione: “Non vi è connessione tra l’amministrazione interna dello Stato iraniano e l’amministrazione di Hezbollah. Si tratta di due questioni separate, ognuna delle quali ha le sue particolarità e i suoi organi di amministrazione nonostante la fedeltà di entrambi ai comandi e direttive del Wali-Faqih, che è il custode dell’intera Ummah dell’Islam e il cui potere di comando non è confinato ad alcun circolo all’interno di essa”.

In quanto persona che guida e “supervisiona” le istituzioni religiose, politiche e militari dell’Iran, la relazione diretta di Hezbollah con il Faqih comporta effettivamente una relazione anche con tutte queste istituzioni statali. Di conseguenza, l’alleanza del movimento è dovuta principalmente al Faqih e solo secondariamente all’Iran come Stato. Mentre Khamenei non gode della stessa statura del suo predecessore, visto il ruolo di Khomeini di ‘fondatore’ della Rivoluzione Islamica, questo non sminuisce la sua autorità religiosa. La descrizione da parte di Nasrallah di Khamenei come “una delle grandi benedizioni di Dio attesta questo punto, al pari della sua affermazione che: “Nei primi giorni della guerra dei 33 giorni [Guerra di Luglio], la Guida Suprema… ci consigliò di leggere l’invocazione Jawshan al-Saghir… Io trasmisi il messaggio ai combattenti e insistetti sulla lettura dell’invocazione. Questa invocazione ha avuto un impatto definitivo sul morale delle persone ed era una benedizione della Guida Suprema”.

Sebbene religiosa e politica, la natura dell’alleanza del movimento al Faqih lascia un ampio margine di autonomia decisionale. Dal momento che il potere politico che egli esercita è limitato ai confini nazionali iraniani, egli è in grado di esercitare solamente l’autorità politica sui credenti sciiti che sono soggetti ad altri poteri politici. La sua autorità è quindi ristretta a questioni strategiche come il jihad, il ‘dictat’ politico e la classificazione degli “amici e nemici”.

Per di più, nei primi due casi, il Faqih non ‘legifera’ norme su simili questioni peculiari a situazioni individuali ma attende una richiesta della sua opinione legale prima di formulare un responso religioso (fatwa) al riguardo. E’ soltanto su questioni che concernono l’intera Ummah che il Faqih emette direttive, e anche in quel caso si limita a tracciare delle linee guida politiche generali.

Riguardo alla fondazione di Hezbollah, il Faqih a quel tempo ha solamente ritenuto un “dovere” combattere Israele, senza specificare il come: “Egli disse ‘è un dovere combattere Israele’. Questo è tutto. Egli non ci disse di armarci, di realizzare delle operazioni, ecc. Egli non emette fatwa su questi dettagli”. Tuttavia, i responsi del Faqih continuarono ad essere richiesti su alcuni dettagli quali la legittimità dal punto di vista religioso delle “operazioni di martirio cercato”. Inoltre, quando il movimento ha affrontato un dibattito interno sulla problematica questione della partecipazione politica nelle elezioni parlamentari del 1992, venne richiesto l’arbitrato di Khamenei per risolvere la faccenda.

Sebbene i credenti sciiti siano obbligati a rispettare l’autorità politica del Faqih, la maggioranza degli aderenti di Hezbollah è soggetta anche alla sua autorità religiosa. Questo vasto ambito di competenza della giurisdizione fu evidente non solo sotto la wilayat dell’Ayatullah Khomeini, che venne definito dal movimento come Mujaddid al-Din (Rinnovatore della Religione), ma anche sotto l’Ayatullah Khamenei che non ha ufficialmente raggiunto il titolo di Marja al-Taqlid (fonte di imitazione nella giurisprudenza) fino al 1994, e subito dopo Hezbollah sottoscrisse la sua autorità religiosa. A sua volta, Khamenei designò sia Nasrallah sia Shaykh Mohammad Yazbek, un membro del Consiglio della Shura del movimento, come suoi rappresentanti religioso-legali in Libano.

NOTE

1) Questa affermazione merita una precisazione. Sono infatti molte le organizzazioni e movimenti sciiti che sottoscrivono la dottrina della Wilayat al-Faqih al-Mutlaqa; Hezbollah è però l’unica, tra queste, ad avere un’influenza importante sul proprio governo e un ruolo che travalica i confini nazionali (n.d.t.).

*L’articolo è apparso originariamente sul quotidiano libanese “Al-Akhbar”. Amal Saad-Ghorayeb è una professoressa e analista politica libanese. E’ autrice del libro: “Hizbullah: Politics and Religion”, e del blog ASG’s Counter-Hegemony Unit.

di Amal Saad-Gorayeb

Fonte: http://www.islamshia.org/

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