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Khamenei: “Tutti i movimenti islamici devono sostenere la causa palestinese”

Si è aperta oggi a Teheran la sesta Conferenza internazionale a sostegno dell’Intifada palestinese. All’incontro, che avrà la durata di due giorni, partecipano 80 delegazioni provenienti da tutto il mondo. Circa 700 ospiti stranieri e rappresentanti delle organizzazioni filo-palestinesi prendono parte all’evento. Nel suo intervento di apertura, l’Ayatollah Ali Khamenei, leader della Rivoluzione islamica ha dichiarato che è dovere di tutti i movimenti islamici e nazionalisti sostenere la causa palestinese.

Il leader ha sottolineato che la “profondità” delle relazioni dell’Iran con i movimenti di Resistenza dipende solo dal grado di impegno da parte di questi gruppi contro l’occupazione israeliana. L’Ayatollah Khamenei ha anche consigliato ai gruppi della Resistenza palestinese di evitare di entrare in conflitti settari e di essere coinvolti nei giochi sporchi di certi Paesi.

KhameneiIl leader ha anche denunciato i piani di riconciliazione con Israele, affermando che i piani di “riconciliazione” si sono dimostrati fallimentari per la causa della Palestina e i recenti sforzi per mostrare l’amicizia con i palestinesi hanno lo scopo di deviare il corso della Resistenza attraverso le offerte segrete con i nemici. “La Resistenza non sarà mai oggetto di trame e la terza Intifada sarà un’altra sconfitta per il regime sionista”, ha concluso l’Ayatollah Ali Khamenei.

Tra gli altri partecipanti alla Conferenza ci sono alti funzionari iraniani, tra cui il presidente Hassan Rouhani, il portavoce del Parlamento Ali Larijani, il capo giudiziario Ayatollah Sadeq Amoli Larijani e il portavoce della conferenza, Kazem Jalali,

In un’intervista con il canale libanese Al-Mayadeen, Abbas Zaki, membro anziano del movimento palestinese Fatah, ha elogiato il forum di Teheran come una “vera vittoria per la nazione palestinese”. Il funzionario ha anche criticato i governi arabi per il loro fallimento nel trattare l’occupazione del regime israeliano delle terre palestinesi. I leader arabi – continua Zaki – sono sotto l’influenza degli Usa, che sta utilizzando il regime di Tel Aviv come strumento per perseguire la propria brutale agenda nella regione del Medio Oriente.

di Giovanni Sorbello

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