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Italia: tra ipocrisie e false promesse continua il tour del premier Renzi

di Salvo Ardizzone

Il Premier Renzi continua a correre da una parte all’altra dell’Italia a stringer mani, a fare sempre nuovi annunci e a promettere tutto a tutti; ma è la realtà di chi ha su di sé le piaghe della crisi a guastargli sempre più spesso la festa. A Taranto un sit-in di lavoratori dell’Ilva e ambientalisti l’attendeva dinanzi alla Prefettura, dov’era convocato un incontro su quella vicenda scellerata; ci sono stati forti momenti di tensione perché quei dimostranti, gente che rappresenta l’Italia vera che è in ginocchio, volevano entrar dentro per manifestare la situazione quale è, non quella ingessata e plaudente delle solite “autorità” invitate: Regione, sindaci, Confindustria, sindacati, tutti per lo scambio di “cortesie” istituzionali.

Al termine della riunione i rappresentanti sindacali dell’Ilva si sono detti soddisfatti; per loro, addomesticati dal solito fiume di promesse, “tutto va bene madama la marchesa”. Ma non va bene niente; a parte la situazione di Taranto, che è sotto gli occhi di tutti, dove il più spregevole dei ricatti fra occupazione e salute continua impunemente con l’unica variante che si sta per svendere un asset strategico a un concorrente che tutto ha fuorché l’interesse a rilanciare l’impianto, già dalla nuova Commissione Europea arrivano i diktat per bocca del falco Katainen, il supercommissario finlandese agli affari economici imposto dalla Merkel. 

Renzi sta cominciando a saggiare, ed è solo l’inizio, quanto sia stata inutile e velleitaria per il Sistema Italia la scelta di puntar tutto sulla nomina della Mogherini a Lady Pesc. La Germania è stata felice d’acconsentire, tenendo per sé tutte le nomine strategiche sull’economia, quelle che sarebbero servite a ribaltare l’assurdo indirizzo di Berlino. Alla Fiera del Levante di Bari, la tirata sull’argomento di Matteo Renzi suona patetica, buona per un parterre istituzionale quanto lontano anni luce dalla realtà della società; a Bruxelles hanno semplicemente alzato il sopracciglio, come testimoniano le reazioni, diplomatiche nella forma ma trancianti nella sostanza, che sono venute. 

A concludere l’ennesimo tour del nostro Premier, stavolta in Puglia, un giro sul Gargano piegato dall’eccezionale ondata di maltempo e dal dissesto idrogeologico da troppi anni trascurato: al termine, la solita raffica di rassicurazioni e promesse, ivi compresa la vaga prospettiva di una sua vacanza in quei luoghi l’anno prossimo.

D’accordo che il Sistema Italia più che da riformare sia da rifondare per pecche antiche e incancrenite che un pugno di mesi non avrebbero permesso di modificare, neanche se ce ne fosse stata tutta la volontà e la capacità; ma dall’agire del Governo, sono proprio queste le cose che mancano. Traspare netta solo la voglia di protagonismo, d’apparire, d’assicurarsi un facile consenso con promesse sempre nuove che facciano scordare le vecchie. Il Paese ha bisogno d’altro per sopravvivere. 

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