Italia: “terrorista” arrestato, e il valzer degli idioti
Martedì sera è stata annunciata con grande enfasi la notizia della cattura di un pericoloso terrorista, addirittura implicato nella strage al Museo del Bardo, dando inizio all’ennesima pagliacciata all’italiana.
Abdel Majid Touil, così si chiama, è partito dalla zona di Casablanca, dove abitava col padre, e giunto in aereo in Tunisia; da là è passato in Libia per trovar posto su uno dei barconi di disperati che attraversano il Canale di Sicilia. Il 15 febbraio è stato raccolto in mare e il 17, poiché era privo di documenti e aveva tentato di fuggire dal centro d’accoglienza, gli è stato notificato l’obbligo di rimpatrio, ma lui è sparito, partendo in bus per raggiungere madre e fratelli che vivono a Gaggiano, nei pressi di Milano.
Più che altro uno sbandato che frequentava i bar e una scuola per imparare l’italiano: zero contatti compromettenti con ambienti integralisti; zero documenti che diano da pensare sono stati trovati in casa durante la perquisizione successiva al fermo.
Eppure ad aprile il suo nome figurava in una lista di sospetti segnalati dalle autorità marocchine, ma senza alcun riferimento all’attacco al Bardo: si chiedevano solo verifiche, solo routine già ripetuta infinite volte. Dal controllo è emerso l’arrivo a febbraio, null’altro. È ai primi di maggio che le autorità tunisine trasmettono un mandato di cattura internazionale sollecitando l’arresto, e Digos e Ros, come di prassi in questi casi, si sono limitati ad eseguirlo senza effettuare indagini.
Da qui il via a una stucchevole quanto ridicola sarabanda mediatica: da un canto la farsesca dichiarazione del Ministero dell’Interno sulla “bravura degli investigatori italiani”, sulla vigilanza altissima e così via sparlando; dall’altro il coro altissimo dei consueti sciacalli, a cui non pare vero di ricominciare a parlare di “nemico in casa”, di terroristi venuti con i barconi, dell’equazione immigrato uguale pericolo e così via in un’incredibile gara a chi spara l’idiozia più grossa.
Il fatto è che da subito la Magistratura frena; ai Pm la faccenda risulta subito strana: la traversata su mezzi di fortuna e col rischio, a mala pena sventato, di finire ai pesci; le segnalazioni da parte della Tunisia senza i consueti “allerta”; la totale mancanza di riscontri e, soprattutto, il fatto che il giovane, nei giorni della strage, si trovava a scuola, come testimoniano i registri e gli insegnanti.
Majid Touil ha tutto l’aspetto del classico “colpevole” da dare in pasto a un processo preconfezionato, con cui chiudere i conti di una vicenda dai troppi lati oscuri; con la prima richiesta di informativa, la Tunisia s’è solo accertata che il giovane fosse in Italia, e solo dopo ha emesso il mandato di cattura internazionale: una procedura anomala che ha tutta l’aria di volersi procurare un capro espiatorio a buon mercato.
E poi, è un terrorista strano chi, dalla clandestinità, manda la madre a denunciare ai carabinieri lo smarrimento del passaporto: un maestro del bluff? A chi lo conosceva proprio non pare.
Sia come sia, è bastato a scatenare lo sciocchezzaio becero dei soliti Salvini, forzitalioti e via elencando, che con le regionali vicine hanno fatto tesoro dell’occasione per soffiare sulla paura della gente e raggranellare qualche voto in più. Dall’altra parte, il solito Alfano non ha perso l’occasione di mostrare per l’ennesima volta tutta la propria inadeguatezza a un ruolo così delicato, sproloquiando dinanzi ai parlamentari su “un sistema di sicurezza che ha funzionato” e auto incensandosi sino al ridicolo. Renzi, assai più furbo e fiutata l’aria, dopo un primo tweet s’è estraniato dalla cosa, lasciando il suo Ministro alla consueta pessima figura.
Come finirà la vicenda è presto per dirlo; da indiscrezioni emerge che non è certo che venga concessa l’estradizione, visto che il giovane, laggiù, rischia seriamente la pena di morte per le pesantissime imputazioni che gli sono ascritte (e, aggiungiamo noi, senza che sia emerso lo straccio di una prova).
Immaginiamo già le insistenze tunisine per avere un colpevole da mettere alla sbarra, e i cori dei giustizialisti di casa nostra che lo vorranno spedito in tutta fretta al suo destino. Questa è l’Italia: un Paese privo di dignità e incapace di ragionare, che si divide su qualunque cosa e sa solo farsi dettare i comportamenti dagli altri.