Primo Piano

Italia… per quanto tempo ancora?

di Mauro Indelicato

In quale direzione va la politica italiana? O meglio, è possibile ancora parlare di politica in questo Paese? L’imbarazzo per gli operatori dell’informazione è davvero notevole; ci si ritrova, spesso, a far articoli di sano gossip, più che di cronaca parlamentare o politica.

I toni, i temi ed i contenuti della politica italica, non si sono abbassati di livello, sono proprio del tutto spariti; ciò di cui si parla oggi, è semplicemente un qualcosa che riguarda meramente la superficie dei temi trattabili ed importanti per il nostro Paese: si parla di presunti nuovi partiti, presunti retroscena, personaggi da vent’anni sulla cresta dell’onda che i media continuano a spacciare per “innovatori”, insomma nell’arena politica italiana non è rimasto altro che lo stesso livello di scontro che ci può essere tra vicini di casa.

E’ vero, da un lato, che da decenni a questa parte la politica italiana conta poco o nulla a livello internazionale e che i temi trattati sono sempre stati più di distrazione che di informazione di massa; ma almeno, prima, c’era tematiche forti in ballo o comunque vi erano delle personalità che, nel bene o nel male, riuscivano a trascinare fiumi di persone attorno a sé.

Oggi non è rimasto più nulla: squallidi politicanti venuti dal nulla, creati dai media, messi sull’agone mediatico, che monopolizzano l’informazione basando la propria politica su contenuti scarni, che indottrinano la gente.

La gente, proprio quella che in altri Paesi, Francia e Grecia in primis, sta cercando di far resuscitare anche un minimo di antagonismo e che, tutto sommato, non viene sopraffatta dalla rassegnazione, l’Italia invece continua ad essere facile preda dei manipolatori.

Si perchè il problema del nostro Paese, tutto sommato, non è la stessa classe politica, bensì il fatto che non esiste al momento alcuna forza antagonista, quantomeno nei canoni “ufficiali”; è un fatto che talk show politici, veri fomentatori di questo squallido sistema, abbiano calato l’odience, ma l’italiota medio non si discosta dai canoni di quello che da decenni è l’andazzo politico dettato dai media.

Così, ecco che la politica nostrana, rimane quella mediocre che ha condannato il Paese ad una debacle insopportabile, che ha trasformato la culla della civiltà mediterranea in un mortorio intellettuale da intimorire anche il più resistente degli ottimisti.

Ciò che fa rabbia, è vedere come l’italiota medio non riesce, a differenza degli altri europei, fare un deciso salto di qualità; con tutta la crisi e con tutta l’evidenza di chi ha provocato la crisi, preferisce rimanere dentro i canoni della politica ufficiale, dentro la mediocrità imposta dai media, facendosi trascinare dentro un calderone infernale creato ad hoc per far crescere dissidi e contrasti che avvantaggiano l’elite.

La domanda è una sola: a quale livello dobbiamo arrivare per capire i danni creati da questo sistema e cercare soluzioni alternative? Quale livello bisogna toccare, per vedere un italiano finalmente voglioso di riprendere in mano la situazione?

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