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Italia: le “favole” di Renzi all’assemblea di Confindustria Bergamo, mentre fuori scatta la protesta della Fiom

 

di Salvo Ardizzone

Lunedì 13, Renzi s’è recato all’Assemblea di Confindustria Bergamo, presso la fabbrica della Persico a Nembro; lì, nel suo lungo intervento, ha dato il meglio di sé con il consueto repertorio d’annunci a effetto sulla prossima legge di stabilità: tagli di tasse per 18 Mld, spending review da 16 Mld, abbattimento da 6,5 Mld dell’Irap, allentamento del patto di stabilità con 1 Mld di spese in più per i Comuni ed altro ancora, il tutto per una manovra da 30 Mld senza un euro di tasse in più. Come ciò potrà essere possibile non l’ha spiegato (come al solito) lasciando ad altri l’arduo tentativo di dare un minimo di concretezza alla sue sparate.

Anche per il famoso annuncio del Tfr in busta paga, che riemerge a giorni alterni nelle dichiarazioni, vale il medesimo discorso; il provvedimento, che equivarrebbe ad un salasso insostenibile per le aziende senza risolvere in nulla il problema dell’insufficiente remunerazione del lavoro e la conseguente contrazione dei consumi, è avvolto dalla più assoluta indeterminatezza. 

Nel frattempo, Jyrki Katainen, arcigno commissario agli affari economici, dichiara che non ci sono stati con l’Italia negoziati ufficiali, anche se si sono ricevute informazioni; quando ci saranno i dati completi, verranno esaminati debito e deficit e comparati gli impegni con quello che è stato fatto; “è un esercizio puramente aritmetico”, ha detto. Alla faccia della promessa flessibilità d’approccio ad una crisi epocale.  

Vorremmo che il nostro Premier si dedicasse meno ad annunci e passerelle e si concentrasse sul lavoro per far si che la legge di stabilità, che tanto faticosamente verrà messa in piedi a giorni, non debba naufragare miseramente dinanzi all’ottusa chiusura di chi è disposto a sacrificare un continente intero agli interessi di Berlino (e per inciso, vorremmo pure aver chiaro cosa accadrebbe se da Bruxelles arrivasse un ennesimo no ai nostri conti, imponendoci le solite medicine idiote che stanno distruggendo Nazioni su Nazioni).  

Ultima notazione: come sempre più spesso gli capita, Renzi è stato contestato da un gruppo di lavoratori esasperati; purtroppo sono proteste sempre più slegate e stanche, di gente che ha perso ormai le ultime speranze e con esse la capacità d’indignarsi; le proteste d’un Popolo che si spegne.  

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