Asse della Resistenza

Israele teme i missili della Resistenza yemenita

L’analista yemenita, Hamid Rizq, afferma che l’attacco missilistico su Aramco da parte della Resistenza yemenita ha inviato un segnale: Ansarullah può colpire obiettivi all’interno di Israele. Hamid Rizq, giornalista e analista yemenita che vive in Libano, dichiara al Tehran Times che Tel Aviv considera l’aggressione saudita allo Yemen una “guerra preventiva”.

Secondo Rizq, Israele ha “serie preoccupazioni per la possibilità che l’esercito yemenita possa effettuare attacchi balistici contro aree importanti all’interno del regime sionista”.

Quello che segue è il testo dell’intervista:

D: Come vede le ripercussioni del recente attacco missilistico contro Aramco a Jeddah? Cosa significa questo per l’Arabia Saudita?

R: L’attacco missilistico sul sito di Aramco nella città di Jeddah rappresenta un duro colpo per il regime saudita. L’obiettivo e il tempismo sono stati scelti con elevata precisione. Jeddah è infatti la capitale economica e commerciale dell’Arabia Saudita.  

Il missile yemenita Quds-2 ha evidenziato il deficit militare e di sicurezza saudita e il fallimento nel fornire la protezione necessaria per le strutture vitali più importanti, specialmente dopo gli attacchi yemeniti su Abqaiq e Khurais. Il regime saudita avrebbe dovuto imparare la lezione e riuscire come minimo a proteggere Aramco e le sue filiali all’interno del territorio saudita.

Quindi, l’attacco yemenita a Jeddah ha rivelato il fallimento dell’Arabia Saudita in termini di protezione militare e di sicurezza. L’attacco ha anche confermato le bugie dei media sauditi quando rivendicano la capacità della difesa aerea saudita di contrastare missili e droni yemeniti.

Politicamente, l’attacco su Aramco a Jeddah ha minato i risultati del vertice del G20 ospitato dall’Arabia Saudita. Mentre si sperava che l’Arabia Saudita avrebbe investito nei media per coprire il vertice, l’attacco yemenita ha cambiato l’equilibrio contro bin Salman ed è diventato l’evento più importante e preminente nei media internazionali.

L’attacco balistico ha anche trasmesso il messaggio del popolo yemenita al nemico israeliano, poiché i tempi hanno coinciso con la conclusione del vertice che ha riunito il primo ministro israeliano Netanyahu con Muhammad bin Salman e il segretario di Stato americano Mike Pompeo.

D: Quali sono i risultati della coalizione guidata dai sauditi nello Yemen?

R: La coalizione saudita-americana ha fallito miseramente nello Yemen, e ciò che ha ottenuto non è altro che la distruzione sistematica delle infrastrutture, l’uccisione di civili e il commettere massacri contro di loro per un periodo di sei anni.

La coalizione è stata una pugnalata insidiosa alle spalle degli yemeniti. Il regime saudita ha aperto a se stesso la porta dell’inferno e non può evitare le sue conseguenze, e questo influenzerà il suo futuro.

D: Come valuta il potere del movimento di Resistenza yemenita? 

R: La Resistenza yemenita, oltre al suo esercito e ai comitati popolari, continua ad accumulare fattori di forza e ad impartire dure lezioni al nemico. I continui progressi nella produzione di missili balistici e droni, che prendono costantemente di mira l’Arabia Saudita, sono solo l’inizio.

D: Qual è la tua analisi sulla situazione dei diritti umani dei sauditi nello Yemen?

R: Una fedina penale oscura che sta versando il sangue di bambini e donne, assedia più di venti milioni di yemeniti e nega loro il diritto all’assistenza sanitaria.

D: Qual è il ruolo degli Stati Uniti nel minare gli sforzi per stabilire la pace nello Yemen? 
R: Per noi in Yemen ciò che sta accadendo è in primo luogo l’aggressione israelo-americana; i regimi saudita ed emiratino sono solo strumenti arabi che mirano a spingerli ad essere in prima linea nell’aggressione, mentre l’agenda e gli obiettivi effettivi e fondamentali sono affrontare e minare la Rivoluzione yemenita guidata da Abdul-Malik Al-Houthi.

Esperti americani così come i sionisti partecipano alle sale operative della coalizione guidata dai sauditi. Le armi di Israele sono usate per uccidere i figli dello Yemen mentre i leader sionisti hanno più di una volta espresso la loro preoccupazione che Ansarullah non venga sconfitto in Yemen. 

Gli israeliani considerano l’aggressione saudita sullo Yemen una guerra preventiva, poiché nutrono serie preoccupazioni sulla possibilità che l’esercito yemenita effettui attacchi balistici che colpiscono aree importanti all’interno di Israele.

di Yahya Sorbello

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