Israele, nuova superpotenza energetica del Medio Oriente
L’instabile scenario del Medio Oriente rischierebbe ulteriori complicazioni geopolitiche se un nuovo colosso energetico emergesse e se questo colosso si chiamasse Israele è inimmaginabile l’aumento della ubris di un Paese già profondamente arrogante, che non dipenderebbe più dall’Arabia Saudita e da altri fornitori di petrolio arabi, entrando in concorrenza con i vicini arabi dell’Opec, produttore di gas e petrolio proprio come il suo nemico, l’Iran.
Questa non è fantapolitica! Per la prima volta dalla fondazione dello Stato d’Israele nel 1948, questo Paese ha scoperto enormi riserve non solo di gas naturale, ma anche di petrolio. Lo ha annunciato la Givod Olam, società di esplorazione petrolifera israeliana. La Givot Olam ritiene che la sua Meged 5 giace su riserve di petrolio sfruttabili per ben 3,53 miliardi di barili. La società ha già venduto 40 milioni di dollari di petrolio poiché il campo è operativo dal 2011. Israele – ritiene la società – è presto destinata a diventare tra i più grandi produttori di petrolio.
C’è tuttavia un problema con questa scoperta. Il pozzo si trova sulla linea verde, la linea di armistizio del 1948 che separa formalmente Israele dai territori palestinesi occupati. Quindi, non è chiaro quanta parte della ritrovata ricchezza petrolifera in realtà appartiene a Israele. Gli israeliani sostengono che il sito Meged è a poche decine di metri all’interno della Linea Verde, come afferma il ricercatore israeliano Dr Etkes, che tiene traccia delle attività israeliane in Cisgiordania.
Il giacimento di petrolio, scoperto nel 1980, è uno dei più grandi giacimenti di petrolio onshore in Israele. E ‘iniziata la produzione nel 2011. Al prezzo di oggi, il petrolio avrebbe un valore di mercato di quasi 400 miliardi dollari, abbastanza per imbastirci una guerra sopra. Ma non solo. Noble Energy, partner delle compagnie petrolifere israeliane negli Usa, Avner e Delek Drilling, ha annunciato nuove scoperte di petrolio nelle acque tra Cipro e Israele, nel Mediterraneo orientale. Si stimano circa tre miliardi di barili di petrolio possono trovarsi in strati nelle acque profonde tra i campi off-shore ciprioti e israeliani.
Nel 2010 infatti Noble Energy e i suoi partner israeliani hanno annunciato la più grande scoperta di giacimento di gas del decennio. Un enorme giacimento di gas è stato scoperto nelle acque al largo di Tel Aviv di fronte a Cipro chiamato Leviathan, con gas sufficiente a coprire le esigenze di Israele forse per un secolo, e le permetterebbero di diventare un importante concorrente sui mercati del gas naturale in forte espansione nell’Ue e altrove. Due anni prima Noble e gli israeliani avevano scoperto nelle vicinanze il campo Tamar. Lo scorso anno, il gas Tamar ha cominciato a scorrere direttamente ad Haifa per la Società Elettrica israeliana. Improvvisamente la dipendenza di Israele sui suoi vicini arabi per le importazioni di gas cominciava a scomparire.
Ma la vera novità in materia di energia israeliana è la scoperta di una riserva gigantesca di onshore di petrolio e di gas. Israele ha campi di olio di scisto con riserve stimate di petrolio non convenzionali di oltre 250 miliardi di barili. Se questo è economicamente recuperabile sarebbe uguale alle riserve di petrolio dell’Arabia Saudita. I principali giacimenti di petrolio si trovano a sud ovest di Gerusalemme, nel Bacino Shefla. Le riserve energetiche del Bacino Shefla sono state sviluppate da un gruppo di investitori i cui membri sono “piuttosto conosciuti”. Lo sviluppatore israeliano principale del bacino Shefla è una società denominata Iniziative Energetiche Israeliane (Iei ).
Iei è di proprietà di una società statunitense con il nome intrigante, Genie Energy Corporation. Tra i principali azionisti della società madre di Iei sono Jacob Lord Rothschild, l’ex socio in affari dell’appena rilasciato oligarca russo del petrolio Mikhail Khodorkovsky, e rampollo della dinastia di banchieri Rothschild. Esso comprende anche alcuni principali sostenitori di Israele, Rupert Murdoch della News International Corp. E, per finire in bellezza, il nuovo Advisory Board padre del Iei Genie Energy comprende anche Dick Cheney, architetto della guerra in Iraq.
Che cosa porterà l’ascesa di Israele allo status di superpotenza energetica al mondo democratico? Ai palestinesi della Cisgiordania derubati ogni giorno di più della loro terra ricca di gas e petrolio? Al riallineamento delle alleanze nel Mediterraneo per le “tirannie energetiche” del petrolio e del gas? A Putin che nel febbraio 2013 con Gazprom ha firmato un accordo che dà alla Russia un’importante partecipazione nella futura distribuzione delle enormi risorse di gas israeliani dal campo Tamar, offerta che comprendeva anche un impegno per costruire un rigassificatore galleggiante al largo di Cipro? Staremo a vedere quanto l’energia e il clima determineranno le guerre del futuro.
di Cristina Amoroso