Israele sempre più coinvolto nella guerra in Siria
Il coinvolgimento di Israele nell’aggressione militare contro la Siria è sempre più evidente. “Stiamo lavorando in modo produttivo con i partner israeliani e giordani”, ha dichiarato il ministro della Difesa russo Sergey Shoygu secondo quanto riportato dalla stampa israeliana. I colloqui tra Russia, Giordania e Israele sono infatti aumentati esponenzialmente nelle ultime settimane. L’esercito israeliano sarebbe impegnato sopratutto sulle parte siriana delle Alture del Golan, al confine tra Siria e Israele, dove è in corso una battaglia per la conquista della città di Daraa da parte dell’esercito siriano contro le milizie sciite presenti nella zona. Ed è sopratutto nella lotta contro le forze di Hezbollah che si concentrano gli interventi di Israele.
L’istituzione di una zona di de-escalation tra Israele e Siria
La battaglia di Daraa è parte del piano deciso da Giordania, Russia, Stati Uniti e Arabia Saudita per istituire una safe zone lungo la parte siriana delle Alture del Golan. Una no fly zone per gli aerei militari siriani in cui sarà previsto un cessate il fuoco così da garantire un po’ di tranquillità ai rifugiati siriani nella zona. Un altro obiettivo è quello di poter controllare meglio tutta l’area, approfittando del cessate il fuoco, per poter monitorare armamenti e spostamenti delle milizie sciite, una delle maggiori preoccupazioni di Israele al momento.
Nell’ultimo mese sono state concordate almeno quattro zone di de-escalation da creare in Siria per permettere di rifornire di cibo e di aiuti umanitari nelle zone più martoriate, ma i dettagli tecnici ostacolano ancora la piena realizzazione. Israele ha dichiarato alla Russia la sua netta opposizione alla partecipazione delle milizie sciite nelle fasi di monitoraggio delle zone di de-escalation, trovando su questo punto il supporto di Giordania e Stati Uniti.
La creazione di queste safe zone è solo il primo passaggio in attesa che Iran, Turchia e Russia si siedano al tavolo delle trattative, i primi di luglio, ad Astana.
di Irene Masala