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Israele preleva (da decenni) organi da prigionieri palestinesi

Non finisce mai di sconvolgere la disumanità e la crudeltà con cui opera il regime di Israele. In seguito al rimpatrio di prigionieri palestinesi deceduti, il Dott. Munir al-Bursh, Direttore Generale del Ministero della Salute di Gaza, ha riferito che molti corpi “sono stati svuotati degli organi e riempiti con cotone e tessuto”, rilevando specificamente la mancanza di cornee, reni e fegati. Le gravi deturpazioni e le parti del corpo mancanti hanno reso profondamente difficile l’identificazione sia da parte dei funzionari che dei familiari in lutto.

Questo non è un caso isolato. Le accuse di prelievo forzato di organi da parte delle autorità israeliane persistono da oltre tre decenni, creando uno schema costante e inquietante.

  • Fine anni ’80-’90: durante la Prima Intifada, le famiglie iniziarono a segnalare che i corpi restituiti dalle forze israeliane erano privi di organi.
  • 2000 (ricovero nel 2009): il dottor Yehuda Hiss, allora direttore dell’istituto forense Abu Kabir, ammise in un’intervista che l’istituto aveva sistematicamente prelevato pelle, cornee, valvole cardiache e ossa dai corpi di palestinesi, israeliani e altri senza il consenso della famiglia per tutti gli anni ’90.
  • 2002: l’antropologa israeliana, Meira Weiss, descrisse dettagliatamente il prelievo sistematico di organi palestinesi per la ricerca medica e i trapianti nel suo libro “Over Their Dead Bodies“.
  • 2009: un’organizzazione palestinese per i diritti umani confermò che la cornea e il rene di un prigioniero di Gaza deceduto, Fadl Odah Shaheen, erano stati prelevati da medici israeliani.
  • 2012: viene scoperta un’organizzazione israeliana dedita al traffico di organi, che porta all’arresto di 10 sospettati in seguito a denunce internazionali. Il tribunale israeliano non fornisce informazioni specifiche al riguardo.
  • 2014: i media israeliani mettono in luce l’enorme banca di pelle israeliana, la più grande al mondo, sollevando interrogativi sulla provenienza delle sue riserve, data la piccola popolazione del Paese.
  • 2015: un rapporto del Parlamento europeo elenca formalmente Israele come un centro nevralgico per il traffico di organi, descrivendolo come un importante “importatore e consumatore”.
  • 2023: l’Euro-Med Monitor riporta che l’esercito israeliano ha confiscato decine di corpi dagli ospedali di Gaza, anche da una fossa comune, riaccendendo i timori sul prelievo forzato di organi.
  • 2024: Haaretz rivela che Israele detiene 1.500 corpi palestinesi. Quando 120 persone sono state restituite a ottobre, le autorità di Gaza le hanno descritte in “condizioni orribili”, con segni di tortura e parti del corpo mancanti.

Israele ha negato fermamente e ripetutamente tutte le accuse, spesso liquidandole come “diffamazione del sangue”. L’esercito israeliano generalmente non risponde ad accuse specifiche di questo tipo. per l’Occidente, ovviamente, questi non sono crimini. Silenzio!

di Redazione

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