Israele ha ucciso sette bambini palestinesi nel 2020
Israele – Defence for Children International – Palestine (DCI-P) ha dichiarato la scorsa settimana che le Forze di occupazione israeliane (Foi) continuano la loro politica di tortura, uccisioni illegali ed extragiudiziali contro i bambini palestinesi fintanto che l’impunità è la regola e fintanto che lo è la comunità internazionale in silenzio sui loro crimini.
Il DCI-P ha riferito in un comunicato stampa che le Foi hanno ucciso sette bambini palestinesi dall’inizio del 2020 in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. L’ultimo bambino ucciso si chiamava Amer Abdel Rahim Sanouber, 16 anni, del villaggio di Yatma, a sud di Nablus. Sanouber è stato ucciso la notte del 24 ottobre, a seguito di un violento pestaggio inflitto dai soldati delle Foi.
Sanouber stava cercando di aiutare un amico di 17 anni, il cui veicolo si era rotto vicino alla città di Turmus Aya, a nord-est di Ramallah, secondo quanto riferito dal movimento. Il DCI-P ha dichiarato che, in base al diritto internazionale, la forza letale deliberata è giustificata solo in circostanze in cui esiste una minaccia immediata di morte o lesioni gravi.
Israele, uno Stato fondato sul crimine
Tuttavia, le indagini e le prove raccolte regolarmente dal DCI-P indicano che le forze di occupazione usano la forza letale contro i bambini palestinesi in circostanze che non sembrano giustificabili e possono equivalere a uccisioni extragiudiziali o intenzionali.
In questo contesto, il movimento Defence for Children International ha fatto riferimento alla morte del sedicenne Muhammad Matar, del villaggio di Deir Abu Masha’al, a nord-ovest di Ramallah, il 19 agosto 2020. I soldati di Israele hanno aperto il fuoco su Matar e i suoi due amici mentre si avvicinavano a una strada usata dai coloni ebrei vicino al villaggio. Ciò ha portato alla sua morte e al ferimento dei suoi due amici, sottolineando che il corpo del bambino è ancora detenuto dalle Foi.
di Yahya Sorbello