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Israele nasconde il suo ruolo nel genocidio del Ruanda

Israele, che ha fatto dell’Olocausto la sua religione di Stato, nasconde attivamente il suo coinvolgimento nel genocidio di un altro popolo, mostrando il vero significato della Religione dell’Olocausto, che riguarda il primato della sofferenza di un solo popolo, il popolo ebraico. L’autore principale del genocidio del Ruanda diventa un idolo di Israele.

L’argomento “Olocausto” è diventato la parte centrale dell’indirizzo e dell’identità ebraica solo molti anni dopo la costituzione dello Stato d’Israele, come spiega Norman G. Finkelstein, con la guerra arabo-israeliana del 1967, quando l’evidente forza di Israele lo ha portato in linea con la politica estera statunitense, quel ricordo dell’Olocausto ha cominciato ad acquisire l’eccezionale prominenza che oggi gode, strenuamente difesa dal popolo ebraico, unico depositario di tale sofferenza. E proprio del genocidio del Ruanda, anche se paragonato all’Olocausto nazista nella sua surreale brutalità, ne è stata ben evidenziata la differenza fondamentale, perché l’Olocausto è solo quello del popolo di Israele.

Nella regione dei Grandi Laghi in Africa, nel mondo delle miniere internazionali e della natura dubbia della rete di investitori e agenti di influenza che sostengono l’industria mineraria, genocidi negati e sconosciuti si avvicendano, dal genocidio “brillante” del popolo Acholi, al genocidio del Ruanda con quasi un milione di morti, al genocidio del Burundi e del Congo, Paesi in cui le turbolenze etniche e civili, opportunamente accese dai regimi coloniali, permettono alle società minerarie internazionali di sfruttare la lotta per riempire le proprie casse di diamanti, oro, rame, platino e altri minerali speciali, tra cui uno, columbite-tantalite noto come coltan, una componente primaria di microchip e di circuiti stampati.

Quanto al genocidio del Ruanda, Israele ha segretato il suo ruolo di rifornitore di armi all’esercito guidato dal generale Kagame, il principale artefice del genocidio. La Corte Suprema israeliana ha deciso di sostenere la negazione di una richiesta di libertà di informazione per rendere pubblici i documenti sulle esportazioni israeliane “difensive” in Ruanda al momento del genocidio del 1994 in quel Paese.

Nel 2014, l’avvocato Eitay Mack e il Prof. Yair Auron hanno presentato una richiesta al ministero della Difesa ai sensi della Legge sulla libertà di informazione, chiedendo dettagli sulle esportazioni di armi israeliane in Ruanda tra il 1990 e il 1995. Il ministero della Difesa di Israele ha rifiutato la richiesta, dicendo che queste informazioni “non dovevano essere divulgate”. L’avv. Mack ha risposto alla decisione chiamandola “erronea e immorale”, ma ha affermato che “in nessun punto durante il procedimento c’è stata una negazione delle esportazioni di armi durante il genocidio” e si sono impegnati a “continuare a combattere per trovare la verità”.

Israele presenta Paul Kagame come l’eroe che ha arrestato il genocidio ruandese, mentre tutte le prove e la logica lo indicano come il principale artefice del massacro. Tre presidenti statunitensi hanno agito come complici di Kagame, utilizzando il mantello sanguinoso del Ruanda per compiere un genocidio molto più grande nel Congo orientale e giustificare la dottrina falsa dell’intervento militare umanitario. Paul Kagame, come Barack Obama, ha un’ampia “lista di uccisioni” e invia assassini in tutto il mondo per abbattere i suoi avversari politici. Il suo regime di Tutsi è l’unico governo della minoranza etnica lasciato sul continente africano.

Dalla guerra arabo-israeliana del 1967, i due Paesi hanno fatto gli stessi percorsi anche in Africa, promuovendo la destabilizzazione di situazioni in cui la guerra civile e le turbolenze etniche regnavano supreme. L’ex segretario di Stato Albright era appassionata di chiamare pro Usa i leader militari in Africa che hanno assunto il potere con la forza e poi si sono celati in abbigliamento civile da “faro di speranza”.

Il Presidente Kagame è l’alleato africano di Israele, presentato nel 2013 dal Rabbino Samuel Boteach alla comunità sionista di New York come l’eroe del genocidio del Ruanda, per ricevere il premio Adelson assegnato ai Campioni dei valori ebraici (Champions of Jewish Vales). Il rabbino ha ufficializzato il merito di Kagame presso la comunità degli ebrei americani, la cui organizzazione  premia la “ineguagliata realizzazione umanitaria di Kagame nell’essere l’unico uomo vivente che ha mai fermato un genocidio”.  “Nel 1994, quando militari e civili Hutu hanno colpito a morte quasi un milione di uomini, donne e bambini innocenti, l’intero mondo ha visto ed è rimasto in silenzio: una tragica tendenza con cui noi ebrei siamo troppo familiari. Kagame, tuttavia, ha ricostruito il suo esercito, il Fronte patriottico ruandese, in Burundi e ha lanciato una campagna sorprendente e brillante che lo ha visto riconquistare il Ruanda e ristabilire tutto in tre mesi. Così ha salvato milioni di vite, anche se i Peacekeepers delle Nazioni Unite sotto Kofi Annan si sono ritirati in gran parte, lasciando il Ruanda al suo brutto destino”. 

Ma c’è di più. L’organizzazione ha onorato il presidente Kagame non solo per quello che ha fatto per la sua gente, ma per quello che continua a fare per la nazione ebraica, come uno dei più forti alleati di Israele e dell’ebraismo. Con il premio Adelson, l’Aipac ha anche annunciato che il presidente Kagame avrebbe partecipato ad una conferenza politica annuale a Washington, tenendo il suo discorso come primo leader africano rivolto personalmente alla lobby pro-Israele.

Il Presidente del Ruanda, Paul Kagame ha parlato alla Conferenza politica del comitato americano per gli Affari pubblici di Israele (Aipac) a Washington,  il 26 marzo 2017. Per il suo discorso si è congratulato il presidente israeliano Reuven Rivlin che insieme al primo ministro Benjamin Netanyahu ha ricevuto recentemente Paul Kagame in visita di due giorni in Israele, volti a rafforzare la cooperazione per il futuro, ma anche toccando l’esperienza comune di due nazioni che in passato hanno superato gli orrori del genocidio. Kagame, che aveva visitato Israele nel 2008, ha notato una relazione in crescita tra Israele e il Ruanda nei settori della tecnologia, dell’agricoltura, dell’energia e della sicurezza.

Dalle parole del Rabbino, dal discorso all’Aipac e dalla recente visita del leader africano in Israele, notabili di tutto il mondo renderanno omaggio a Paul Kagame, uno sterminatore di massa, come se fosse il salvatore dell’Africa. Così si mistifica la storia.

di Cristina Amoroso

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