Israele: capacità di Hezbollah uguali a quelle di un esercito
Beirut – Da cinque anni, dall’estate del 2012, Hezbollah è impegnato attivamente nella lotta contro i gruppi terroristici presenti in Siria. Da tempo, funzionari dei servizi segreti e analisti militari israeliani stanno cercando di analizzare gli effetti scaturiti e l’esperienza maturata in Hezbollah, durante la sua esperienza nella guerra siriana.
In questo contesto, Amos Harel ha scritto per Haaretz: “Anche se al momento l’organizzazione non ha piani propri, sotto ogni altro aspetto le sue capacità sono uguali a quelli di un esercito di medio livello. Ha circa 21mila combattenti effettivi, senza considerare una riserva composta da altre decine di migliaia di militanti, più di centomila tra razzi e missili sempre più sofisticati, di cui diverse migliaia sono a medio e lungo raggio.
A tal proposito, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ha dichiarato lo scorso ottobre durante il suo intervento all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che Hezbollah è in possesso di sistemi d’arma avanzati, tra cui sofisticati missili superficie-superficie, missili anti-aerei SA-22, missili da crociera anti-nave Yakhont P-800 e droni d’attacco.
Facendo un passo indietro nella storia, a metà degli anni ’90, quando cresceva la lotta contro Hezbollah nella cosiddetta zona di sicurezza nel sud del Libano, l’allora capo di Stato maggiore, Amnon Lipkin-Shahak, dichiarò che l’esercito israeliano ha dovuto trattare Hezbollah come un’organizzazione di guerriglia, piuttosto che come “cellule terroristiche”.
Alcuni anni fa, in un articolo pubblicato sulla rivista militare “Ma’arakhot,” un ufficiale dell’intelligence militare israeliana delineava le possibili intenzioni di Hezbollah in una possibile guerra con l’entità sionista: “Un attacco a sorpresa lungo il confine in cui commando di Hezbollah tentano di occupare insediamenti e basi militari, portando così il conflitto all’interno del territorio israeliano. Questo, secondo l’ufficiale, è il vero significato delle dichiarazioni rilasciate mesi fa dal segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, su una possibile “conquista della Galilea”.
Il terreno lungo il confine con il Libano è montuoso e ostile. Questa topografia permette a chi attacca una significativa capacità di sorprendere, che elimina quasi del tutto la necessità di scavare gallerie per infiltrarsi. Tuttavia, Hezbollah non ha interesse ad aprire un nuovo fronte di guerra, considerando anche l’importante e decisivo ruolo che sta svolgendo in Siria.
L’intelligence militare israeliana sostiene che il rischio di una guerra contro Hezbollah è basso, ma esiste anche una probabilità moderata che una guerra possa scoppiare a causa di un “errore di calcolo” tra le parti. A conferma di tutto ciò, da diversi mesi l’esercito israeliano si sta preparando con vaste manovre militari lungo il confine settentrionale, con l’obiettivo di impedire possibili penetrazioni da parte delle unità di élite di Hezbollah.
Aldilà di analisi e previsioni, di certo sul confine meridionale libanese si giocheranno gli equilibri e il destino dell’intera regione medio orientale.
di Giovanni Sorbello