Irgc: Resistenza yemenita vicina alla vittoria
Il Comandante in capo del Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica (Irgc), generale Mohammad Ali Jafari, ha dichiarato che la guerra condotta dalla coalizione a guida saudita contro lo Yemen si sta trasformando in una grande vittoria per la Resistenza yemenita.
Il generale Mohammad Ali Jafari ha fatto questa osservazione martedì, riferendosi alla brutale aggressione militare saudita contro la strategica città portuale di Hudayda, il principale porto dello Yemen sul Mar Rosso, tra le forze militari yemenite e la “grande coalizione formata da americani, europei e Stati reazionari nella regione”.
Gli Emirati Arabi Uniti, come parte della coalizione a guida saudita che conduce la guerra in Yemen dal 2015, hanno lanciato giorni fa l’assalto contro Hudayda, culminato in violenti scontri che, secondo una fonte militare yemenita, hanno causato la morte di almeno 50 tra soldati e mercenari dell’Arabia Saudita e distrutto 13 veicoli corazzati sauditi. Le forze della Resistenza yemenita hanno anche confiscato una nave francese al largo delle coste di Hudayda, secondo Mohammad al-Bakhiti, membro dell’ufficio politico del movimento Ansarullah.
La politica iraniana si basa su uno spirito rivoluzionario islamico
Il comandante dell’Irgc ha anche censurato gli Stati Uniti per la mancanza di impegno nei confronti dell’affare nucleare, e ha messo a tacere le critiche nei confronti di coloro che erano all’interno dell’Iran che chiedevano negoziati tra l’Iran e il presidente degli Stati Uniti Trump. Il generale iraniano ha dichiarato che il leader nordcoreano è un rivoluzionario “comunista” che accetterebbe compromessi di fronte alle pressioni degli Stati Uniti, ma la politica iraniana si basa su uno spirito rivoluzionario islamico che non consente alcun compromesso.
Jafari ha inoltre sostenuto che l’Iran ha la capacità di aumentare la sua portata di missili a più di duemila km, ma la misura non è attualmente all’ordine del giorno delle Forze armate del Paese, poiché gli obiettivi strategici dei nemici cadono tutti entro i duemila km di distanza dall’Iran.
di Redazione