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Iraq: 155 terroristi del Mko trasferiti in Albania

di Giovanni Sorbello 

Circa 155 membri del gruppo terroristico Mojahedin-e Khalq Organization (Mko) sono stati trasferiti dall’Iraq all’Albania.

I membri del Mko erano residenti a Camp Liberty nei pressi della capitale irachena Baghdad. Tra i mercenari trasferiti pare ci siano leader di alto rango del gruppo terroristico, e stretti collaboratori di Maryam Rajavi, leader del gruppo.

Fonti militari irachene hanno riferito che i terroristi hanno lasciato il campo alle 5 del mattino di giovedì. Un volo charter è atterrato all’aeroporto di Baghdad, per poi ripartire direzione Tirana. A quanto pare, il trasferimento dei terroristi è stato coordinato dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, con il supporto delle forze militari statunitensi e saudite, da sempre sostenitori e finanziatori del Mko.

Solo un paio di giorni fa, un capo del Mko, Sorayya Shahri, insieme a molti altri membri del gruppo terroristico sono fuggiti da Camp Liberty, un ex campo militare degli Stati Uniti situato nella periferia di Baghdad.

L’Mko, classificato come organizzazione terroristica da gran parte della comunità internazionale, nel 1986 è fuggito dall’Iran verso l’Iraq, per mettersi a disposizione dell’ex dittatore iracheno Saddam Hussein.

Hanno combattuto dalla parte di Saddam durante la guerra imposta tra Iraq ed Iran (1980-1988). Sono stati anche coinvolti nella sanguinosa repressione di musulmani sciiti nel sud dell’Iraq nel 1991 e nel massacro dei curdi iracheni.

Il noto gruppo è anche responsabile dell’uccisione di migliaia di civili e funzionari iraniani dopo la vittoria della rivoluzione islamica del 1979. Più di 17mila iraniani, molti dei quali civili, sono stati uccisi per mano del Mko in diversi atti di terrorismo, tra cui attentati in luoghi pubblici e omicidi mirati.

Washington e l’Unione Europea hanno rimosso l’Mko dai loro elenchi delle organizzazioni terroristiche. Questi mercenari continuano a godere della piena libertà di svolgere attività negli Stati Uniti e in Europa, e di tenere incontri con funzionari americani ed europei.

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