Iran: distinguere tra mercenario e combattente
Negli ultimi anni, il ruolo del mercenario (colui che combatte per denaro) ha ricoperto un ruolo sempre più centrale nell’ambito dei conflitti. E’ un tema che spesso divide anche per la poca e scarsa informazione che viene fatta sulla figura del mercenario. In teatri di guerra come l’Afghanistan, l’Iraq, la Siria e l’Ucraina, giusto per citarne alcuni, la figura del mercenario spesso ha sostituito quella del soldato regolare.
Tra i motivi che spingono certi Paesi (Usa, Francia, Gran Bretagna e Arabia Saudita su tutti) a pagare le società di contractors, spesso gestiste da politici legati agli stessi governi, vi è sicuramente il business (vedi Blackwater) e la “comodità” di non dover giustificare la morte di un mercenario. Se le perdite di militari regolari hanno un peso specifico nella gestione del conflitto soprattutto da un punto di vista mediatico, la morte di un mercenario non ha nessun peso dato che non un nome, un volto e nessun Paese può avanzare recriminazioni. Proprio per queste specifiche, spesso vengono utilizzati per fare il “lavoro sporco”.
A tal proposito, il delegato iraniano alla 139a assemblea dell’Ipu a Ginevra, l’Organizzazione internazionale della cooperazione parlamentare per promuovere il dialogo e la cooperazione parlamentare a livello mondiale sulla base dei valori della democrazia rappresentativa, ha dichiarato ieri che la definizione di mercenario non dovrebbe includere combattenti volontari che non hanno la nazionalità della parte degli aggressori e decidono di combattere per interessi non personali.
Ali Najafi Khoshroudi, portavoce della Commissione per la sicurezza nazionale e la politica estera del Parlamento iraniano, ha parlato a nome dell’Iran alla sessione della commissione Ipu per la pace e la sicurezza internazionale a Ginevra. “Rifiuto l’uso dei mercenari come strumenti per minare la pace e violare i diritti umani. L’Iran è dell’opinione che tutti i lati di un conflitto armato, sia esso internazionale o interno, debbano rispettare i diritti umani e gli aiuti internazionali umanitari legge, e devono essere ritenuti responsabili per i loro crimini sotto un giusto processo.
Sebbene i mercenari non siano protetti dalla Convenzione di Ginevra del 1949, devono, o meglio, dovrebbero impegnarsi a rispettare le regole di guerra e i diritti umani ai sensi della Convenzione e di altri trattati sui diritti umani. Il delegato iraniano ha sottolineato che la cosiddetta “privatizzazione” delle guerre ha reso ancora più necessario trovare una nuova definizione legale per ciò che costituisce un “mercenario”.
Il funzionario iraniano sostiene che nella nuova definizione gli interessi non personali dei combattenti, vale a dire le convinzioni religiose o la solidarietà con i popoli oppressi nella guerra, devono essere considerati come un criterio per portarli sotto la protezione della Convenzione di Ginevra del 1949, che comprende la norme di diritto internazionale per il trattamento umanitario in guerra.
https://www.youtube.com/watch?v=BZb_vlkRj1M
di Giovanni Sorbello