Medio Oriente

Iran, chi c’è dietro avvelenamento studentesse?

Sono passati quasi tre mesi da quando le studentesse di alcune scuole femminili in Iran sono state vittime di sospetti avvelenamenti. I primi casi si sono registrati a Qom e, dopo diverse città e paesi, ha raggiunto Teheran. Ma cosa e chi c’è dietro l’avvelenamento delle studentesse iraniane?

La risposta a questa domanda sarà determinata dalle indagini delle organizzazioni di sicurezza iraniane.
Ci sono almeno cinque motivi per rivelare il ruolo dei movimenti anti-iraniani sostenuti dall’Occidente in questo orrendo sabotaggio.

1. Da più di un anno, il movimento anti-iraniano sostenuto dall’Occidente, Mojahedin-e Khalq, cerca di reclutare ragazze adolescenti nelle scuole. Durante le recenti “rivolte” in Iran, hanno anche cercato di approfittare dell’entusiasmo adolescenziale delle studentesse, ma con pessimi risultati. Tenendo conto di questa ipotesi, il rifocalizzazione sulle scuole femminili non è una continuazione dello stesso progetto di sicurezza culturale?

2. Dopo il fallimento delle recenti “rivolte” in Iran, l’Occidente sta cercando di resuscitare queste proteste e, dal loro punto di vista, avvelenare le studentesse iraniane è una tecnica adatta per rilanciare le “rivolte”.

3. Maryam Rajavi, capobanda del gruppo terroristico Mojahedin-e Khalq, che ha sulle mani il sangue di migliaia di cittadini e funzionari iraniani, è stata la prima persona a twittare su questi avvelenamenti alcune settimane fa, mentre gli avvelenamenti non avevano ancora raggiunto Teheran. Ha dichiarato che l’avvelenamento delle studentesse iraniane ha colpito anche Teheran e stupidamente ha fatto “uscire il gatto dalla borsa”. 

Il popolo iraniano non ha ancora dimenticato l’assassinio di migliaia di bambini e adolescenti in diverse città dell’Iran negli anni ’80 da parte dei Mojahedin-e Khalq.

4. Negli ultimi mesi, ci sono stati attacchi e crimini che i media occidentali e sauditi hanno cercato di far ricadere sul governo iraniano, ad esempio gli attacchi terroristici che hanno avuto luogo nel Santuario Shah Cheragh a Shiraz e Izeh nel Khouzestan.

5. Dopo questi avvelenamenti, Reza Pahlavi, il figlio dell’ultimo scià iraniano, che da decenni svolge una vita lussuosa in Occidente con il bottino di proprietà sottratto al popolo iraniano, ha annunciato apertamente in un’intervista che l’Iran dovrebbe essere sottoposto a severe sanzioni economiche aggiuntive in modo che le persone scendano in piazza per protestare, il che significa che considerano questi casi di avvelenamento come un preludio per esercitare una maggiore pressione sulla gente al fine di rilanciare le proteste.

Iran, l’altro lato della storia

L’Iran è un Paese in cui il 60% dei suoi studenti universitari e un terzo dei suoi docenti sono donne. Un Paese che ha innalzato il tasso di alfabetizzazione delle ragazze dal 44% nel 1979 al 99% nel 2020 dopo la Rivoluzione Islamica; per non parlare della posizione delle donne nello sport e negli avanzamenti scientifici e di carriera e nelle posizioni dirigenziali.

Può un Paese del genere essere contrario alla presenza delle ragazze a scuola? A chi giova l’avvelenamento delle studentesse? Al governo iraniano o ai suoi nemici? Caro Occidente, apri gli occhi!

di Redazione

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