Asse della Resistenza

Iran, 600mila Basij combattono contro coronavirus

Malgrado le sanzioni imposte dagli Usa, l’Iran sta reagendo molto bene alla pandemia di coronavirus. A tal proposito, il vice comandante della Forza di resistenza e di mobilitazione Basij, generale di brigata Mohammad Hossein Sepehr, ha annunciato che attualmente oltre 600mila delle sue forze stanno aiutando attivamente gli organi medici per prevenire l’infezione da coronavirus e curare i pazienti. Il generale ha sottolineato il successo dell’Iran nel controllo della crescente epidemia di coronavirus, aggiungendo che 70 milioni di iraniani sono stati sottoposti a screening per l’infezione da virus Covid-19 con l’aiuto di 50mila gruppi specializzati Basij in tutto il Paese.

Il portavoce del ministero della Sanità iraniano, Kianoush Jahanpour, ha espresso soddisfazione per gli oltre 22mila pazienti che sono guariti e hanno fatto ritorno a casa. Il Covid-19 sta interessando approssimativamente tutti i Paesi e territori in tutto il mondo. Il virus è stato segnalato per la prima volta nella città cinese centrale di Wuhan alla fine dell’anno scorso. Finora ha ucciso oltre 60mila persone e infettato oltre 1,2 milioni di persone in tutto il mondo.

Il ministero degli Esteri iraniano ha riferito che, nonostante le dichiarazioni di Washington di cooperazione per il trasferimento di farmaci in Iran attraverso il nuovo meccanismo di pagamento avviato dalla Svizzera, gli Stati Uniti stanno ostacolando in ogni modo la lotta dell’Iran contro il coronavirus.

Sanzioni contro Iran ennesimo crimine Usa

Sebbene gli Stati Uniti affermino che i medicinali e le attrezzature mediche non sono soggetti a sanzioni, hanno praticamente bloccato il trasferimento delle risorse finanziarie dell’Iran in altri Paesi nell’accordo di commercio umanitario svizzero, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Seyed Abbas Mousavi.

Mentre il bilancio delle vittime del virus aumenta, l’Iran intensifica le sue misure preventive di sicurezza. La chiusura di scuole e università sono state prorogate fino a metà aprile. Il governo ha anche imposto restrizioni di viaggio, in particolare sul Nord dell’Iran, che è tra le zone rosse. Il Paese ha inoltre adottato rigide procedure di controllo sanitario digitale negli aeroporti per individuare possibili infezioni.

Il ministro della Sanità, Saeed Namaki, ha annunciato il mese scorso che un nuovo piano di mobilitazione nazionale sarebbe stato implementato in tutto il Paese per combattere l’epidemia di coronavirus e curare in modo più efficace i pazienti. Namaki ha dichiarato che il piano includerà tutti i 17mila centri sanitari e i 9mila centri medici e clinici in tutte le città, aree suburbane e villaggi. Ha aggiunto che il piano includerà la quarantena domestica, rilevando che le persone infette riceveranno i farmaci e i consigli necessari, ma viene loro chiesto di rimanere a casa.

Namaki ha dichiarato che le persone con una condizione più grave rimarranno negli ospedali, aggiungendo che i luoghi pubblici saranno disinfettati, gli ingressi delle città saranno controllati per diagnosticare e mettere in quarantena i casi infetti. Il ministro ha aggiunto che sono state fornite le attrezzature e le strutture necessarie, esprimendo la speranza che l’epidemia possa essere frenata..

Oms condanna sanzioni Usa

L‘Organizzazione mondiale della sanità (Oms) afferma che la risposta dell’Iran al virus è stata finora all’altezza. Tuttavia, afferma che le sanzioni statunitensi rappresentano una grande crimine e Washington sarebbe complice del crescente bilancio delle vittime in Iran se non eliminasse le sue sanzioni.

di Yahya Sorbello

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