Iniziano le “manovre” nel nord del Libano
Fonti riservate rivelano che il Libero esercito siriano ha iniziato ad organizzare rapidamente le sue milizie nel nord del Libano, presso dei centri di comando nella zona di Almilolh e Zahrieh, mentre il centro principale della leadership è sito nella roccaforte salafita di Bab Tebbaneh, nella città settentrionale di Tripoli.
Il nuovo leader del FSA Abu Mohammed Ali, ha dichiarato che ha avuto inizio il coordinamento tra le milizie salafite libanesi e il Libero esercito siriano, anche se i servizi di sicurezza libanesi e l’intelligence di Hezbollah stanno seguendo gli sviluppi nel nord del Paese.
La leadership del FSA ha iniziato a reclutare uomini da inserire nelle unità militari, nelle città di Dinniyeh ed Akkar. In questo nuovo scenario inquietante per il Libano, gli Stati Uniti e diversi Paesi arabi del Golfo, stanno sostenendo sia politicamente che economicamente la formazione di queste nuove realtà terroristiche. Una forte pressione stanno esercitando anche sul traballante e instabile governo libanese, affinchè le autorità di Beirut non ostacolino le attività del Libero esercito siriano.
La maggior parte dei combattenti sono concentrati nella piana di Wadi Khaled, ad Akroum, ad Arsal e ad Akkar. Si iniziano a vedere anche le prime bandiere dell’opposizione siriana nei loro uffici nel centro di Halba, dove in passato aveva sede il centro di intelligence siriana durante la presenza militare in Libano.
Il Libero esercito siriano e le milizie salafite stanno organizzando i loro depositi di armi e munizioni presso garage e magazzini sotterranei in affitto, seppur al momento non si avverte la presenza di armi nelle strade.
Il fallimento militare in Siria sta velocizzando le operazioni logistiche delle milizie salafite, che stanno ripiegando rapidamente verso il Libano del nord, nel tentativo di riorganizzarsi in collaborazione con le milizie locali e sferrare l’attacco contro la comunità sciita libanese e la resistenza di Hezbollah, l’ultimo e il più importante obiettivo dell’”internazionale del terrore” sostenuta da israele, Stati Uniti, Qatar e Arabia Saudita.
Il count down è già iniziato, un conflitto interno libanese sembra ormai quasi inevitabile, chi sono i fomentatori lo sappiamo bene, e conosciamo bene anche i loro obiettivi. Vogliono scatenare caos e terrore in Libano nel tentativo di mettere in difficoltà i “nemici” di sempre, l’occasione per Israele e Stati uniti, per poter chiudere finalmente dei vecchi conti rimasti in sospeso, quindi, tutto fa pensare ad una resa dei conti finale.
Per rendersi conto della consapevolezza con cui vive il popolo libanese, vale la pena ricordare la frase di uno striscione esposto qualche tempo fa sul confine sud del Libano, che recitava: “Ritornate pure, vi stiamo aspettando”.