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All’Ilva di Taranto si continua a morire in silenzio

L’Ilva di Taranto è finita nel dimenticatoio, in quel buco nero della politica italiana che pare inghiottire tutte le tematiche che non riguardano immigrati, legittima difesa e adesso anche il caso “Moscopoli”; casi gravissimi o che lo diventano grazie alla grancassa delle tv, che attirano l’attenzione dell’elettorato sempre più in balia dei trucchi del fattucchiere di governo, quel Matteo Salvini in grado di attirare su di se l’attenzione.

In tutto questo bailamme qualcuno si è dimenticato dell’Ilva di Taranto che è stata una delle bandiere della campagna elettorale dei 5 Stelle che tra roboanti annunci e improvvise marce indietro ne avevano fatto una questione d’onore.

Nel famoso accordo con Accerol Mittal il governo avrebbe potuto richiedere la VIIAS (Valutazione Integrata di Impatto Ambientale e Sanitario); un documento che sarebbe risultato fondamentale ma che il governo si è astenuto dal chiedere. Eppure la VIIAS si potrebbe ancora richiedere e per farlo servirebbe un Decreto legge emesso dal governo, ma al momento quello che si può trovare è un Disegno di legge che dovrebbe rendere obbligatoria la VIIAS anche per le aziende siderurgiche, un Disegno di legge che si trova in uno dei tanti cassetti dell’oblio del governo.

Altro tasto dolente della vicenda Ilva è l’Osservatorio per l’Attuazione del Piano Ambientale che è presieduto da Giuseppe Lo Presti che, seppur mai indagato, per lo scandalo Tirreno Power di Vado Ligure, lo si è sentito affermare in alcune intercettazioni insieme ad un funzionario del Ministero dell’Ambiente quanto segue: “Stiamo scrivendo un’altra norma porcata, c’ho un conato”, Lo Presti ha poi scritto che lui non è venuto a conoscenza delle trascrizioni delle intercettazioni parlando di “pretestuosi riferimenti ad una presunta intercettazione”, precisando di non essere mai stato indagato né di aver mai pronunciato “frasi capziosamente riportate”.

All’Ilva di Taranto, non da oggi, vengono compiuti regolarmente dei crimini e nessun politico ha fatto mai qualcosa perché tali crimini venissero fermati. Tra malaffare e incapacità a Taranto si continua a morire in silenzio.

di Sebastiano Lo Monaco

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