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Il terrorismo in Libano è figlio dell’ingerenza saudita

di Giovanni Sorbello

L’esercito libanese ha completato la sua distribuzione nella regione che separa la città nord-orientale di Arsal con il confine siriano. Ma sarà impossibile riuscire a controllare completamente tutti i sentieri che collegano la città alla periferia, a causa del terreno accidentato. Queste nuove misure potranno limitare i movimenti dei terroristi che hanno rapito una ventina tra soldati e poliziotti libanesi lo scorso mese, in quanto non avranno più la libertà di viaggiare dentro e fuori Arsal e non poter ricevere armamenti, cibo e cure mediche.

Il dispiegamento di forze militari nella regione impedirà anche i tentativi di infiltrazione da parte di miliziani, e permettere ai soldati di rispondere ad eventuali attacchi armati. Il nuovo piano dell’esercito è stato approvato giovedì scorso dal governo del primo ministro Tammam Salam, dopo essere stato approvato dal comando dell’esercito libanese. I vertici militari hanno affermato che era necessario per evitare che i miliziani possano assediare la città e aggredire i suoi cittadini.

Tuttavia, la mossa non rappresenta un preludio ad una vasta offensiva militare contro i terroristi che occupano la periferia di Arsal. Secondo fonti politiche, numerosi ostacoli impediscono all’esercito di lanciare una definitiva e radicale offensiva contro i terroristi dell’Isil e del Fronte al-Nusra, a causa della forte opposizione da parte dell’Arabia Saudita. La chiusura del fronte Arsal-Qalamoun rifletterebbe positivamente sulle operazioni che l’esercito siriano sta portando avanti nella periferia di Damasco contro i gruppi “ribelli”. L’Arabia Saudita e gli altri Paesi di sostegno ai gruppi dell’opposizione siriana non possono permettersi che ciò possa accadere.

Fonti militari libanesi hanno riferito al giornale Al-Akhbar che la crisi è più grande di quanto si pensi, a causa anche della mancanza di preparazione, di armi e munizioni dell’esercito libanese. Il problema principale – continua la fonte – è che lo Stato libanese non stanzia importanti finanziamenti per l’acquisto di armi dal 1980, usufruendo solo di donazioni estere che non sono assolutamente sufficienti per equipaggiare l’esercito e metterlo nelle condizioni di affrontare qualsiasi battaglia. Per eliminare al-Nusra e lo Stato islamico sarebbe necessario un coordinamento tra l’esercito siriano e quello libanese. La sovrapposizione geografica tra i due Paesi, la naturale estensione dei combattimenti e la mancanza di coordinamento tra i due eserciti sono tutti fattori che impediscono l’eliminazione di questi gruppi terroristici. La potenza militare dell’esercito siriano sarebbe di grande sostegno all’esercito libanese, soprattutto per quando riguarda la forza aerea.

L’esercito siriano, prima degli scontri ad Arsal in cui morirono decine di persone, aveva espresso la necessità di un coordinamento tra i due eserciti in conformità con gli accordi firmati tra i due Paesi. Tuttavia, il premier Salam ha respinto qualsiasi tipo di coordinamento e si è rifiutato di prendere in considerazione la proposta. Il Libano si è coordinato con lo Stato siriano in varie occasioni negli ultimi tre anni, più di recente tra i dipartimenti di sicurezza generale di entrambi i Paesi per quanto riguarda il dramma dei profughi siriani che stanno lasciando il Libano per fare rientro nel loro Paese.

L’Arabia Saudita vuole che la periferia di Arsal rimanga un punto di transito per le armi e gli insorti che combattono contro l’esercito siriano ed Hezbollah in Siria. Ai regnanti del Golfo non importa quale sia il danno collaterale che questa presa di posizione infligge al Libano e ai libanesi.

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