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I progressi dell’apparato militare russo

di Salvo Ardizzone

Il Pentagono ha confermato il successo del test di un nuovo missile anti-satellite condotto dalla Russia; il missile, denominato Nudol, è decollato dalla base di Plesetsk, 500 miglia a nord di Mosca.

In chiave strategica, si tratta di un traguardo di enorme importanza: con il secondo lancio del Nudol (il primo è avvenuto il 18 novembre scorso) la Russia entra nel ristrettissimo club dei possessori di sistemi d’arma spaziali (Asat: Anti-satellite weapons), capaci di accecare, distruggere o paralizzare le capacità d’intelligence, navigazione e comunicazione delle reti satellitari insostituibili per le operazioni militari e le attività civili. Un club a cui fin’ora, oltre agli Usa, apparteneva la Cina con il suo Dong Neng-3, malgrado lo abbia negato come di consueto.

La Russia sta continuando nel suo programma di ammodernamento del proprio strumento militare, che nel 2020 dovrebbe – problemi di bilancio permettendo – restituirle in pieno la sua caratura di superpotenza militare globale, dotandosi di sistemi d’arma che hanno eroso di molto la superiorità degli Stati Uniti, che nel frattempo si sono impantanati in costosissimi megaprogetti di dubbio realismo (vedi il Jsf) o semplicemente seduti sugli allori.

A parte i programmi di radicale ammodernamento dei missili strategici, cruise e contraerei, già adesso al livello delle migliori versioni occidentali quando non nettamente superiori, è di qualche giorno fa la notizia che prosegue la sperimentazione del Sukhoi T-50 Pak-Fa, un aereo effettivamente di 5^ generazione, tutt’altra cosa della “patacca” spacciata dai cinesi come tale (lo Shenyang-J31), che incorpora reali tecnologie stealth con l’utilizzo di materiali radar-assorbenti, insomma un velivolo del livello dell’F-22 Raptor.

Ovviamente è ancora in fase di sviluppo: sono già avvenuti i primi test sullo sgancio di ordigni dalle baie interne (gli aerei stealth di norma non possono portare armi appese a piloni sotto le ali) e i prossimi voli avverranno nel poligono di Chauda in Crimea. C’è ancora molta strada da percorrere perché sia operativo, ma i “bureau” di progettazione russi stanno impadronendosi della tecnologia stealth e di 5^ generazione più in generale, su cui gli Usa lavorano da trent’anni, con una rapidità che ha sorpreso – molto – il Pentagono.

Non è solo nell’aerospazio che la Russia sta guadagnando terreno: il carro T-14 Armata, che è già in distribuzione, surclassa gli altri Mbt occidentali tanto da aver indotto i Paesi Nato a lanciare precipitosi programmi di nuove acquisizioni. Anche per la Marina sono ormai alle spalle i tempi bui del collasso del’Urss, quando si ridusse ad un ammasso di carrette immobilizzate nei porti: nuove classi di sottomarini, nuovi sistemi d’arma dedicati, programmi di potenziamento e acquisizione di fregate, corvette e addirittura portaerei la stanno trasformando radicalmente, dotandola di una reale deterrenza (a luglio, è attesa nel Mediterraneo la portaerei russa Admiral Kuznetsov per un pattugliamento di due mesi, dopo di che tornerà in cantiere per lunghi lavori che la potenzieranno); nel frattempo, la Flotta del Mar Nero sta ricevendo nuove unità di superficie e sottomarine).

Ma attenzione: ciò che intendiamo far notare non è che la Russia sia ormai giunta ad insidiare il primato strategico mondiale agli Usa come fece l’Urss; troppo grande il differenziale economico che divide i due Paesi. Piuttosto vogliamo sottolineare che un ritrovato strumento militare di prim’ordine, posto al servizio di una politica intelligente a tutela degli interessi del Paese, da un canto ha riportato Mosca ai vertici dello scenario globale, dall’altro costituisce un freno credibile alle mire dell’imperialismo Usa (e non solo).

In poche parole, ha costretto chi era abituato a disporre del mondo a piacimento a fare i conti con una ritrovata realtà, che persegue obiettivi di cui si deve tener conto. Lo ripetiamo: è questo un esempio da manuale dell’utilizzo dello strumento militare a tutela degli interessi di un Paese e dei principi che lo animano.

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