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Hijab, emblema della libertà e delle virtù femminili

Il velo o l’hijab è una rinascita dei valori culturali dell’Occidente cristiano, così come dell’Oriente buddista e indù, dove le donne nel corso della storia hanno indossato il velo, prima dell’avvento dell’industrializzazione che ha eroso queste tradizioni secolari. Ciò ha portato a diffusi mali sociali, in particolare lo svelamento forzato delle donne da parte di politici senza principi che hanno trasformato intenzionalmente o meno le loro mogli, sorelle, figlie e persino madri in oggetti commerciali, con il pretesto di libertà mal definite.

In India, le donne indù hanno tradizionalmente indossato il “ghoongat” – una sorta di copricapo in pubblico – e questa pratica diffusa ancora oggi nelle zone rurali è molto rispettata dalla popolazione. È la scelta delle donne e non è assolutamente d’intralcio a qualsiasi ruolo sociale che intendono o dovrebbero svolgere, mentre perseguono l’istruzione nelle scuole e nelle università, o nel lavoro per creare e preservare un’atmosfera sana.

Alla luce di questi fatti innegabili, una recente decisione di un college nello stato meridionale indiano del Karnataka di vietare alle ragazze musulmane di indossare l’hijab durante le lezioni, ha suscitato una controversia politicizzata da elementi anarchici che negli ultimi anni decenni hanno creato un’atmosfera di islamofobia negli apparati amministrativi e governativi.

Hijab e fomentatori occidentali

Non è noto se le autorità di quel particolare college nel distretto di Udipi si siano lasciate ingannare da misure mal interpretate in Francia contro l’Hijab nei centri educativi, o se sia stato ordinato loro da politici fomentatori di odio, ma questa decisione minaccia di sfuggire al controllo e diffondersi in tutto il Paese.

L’India è un Paese poliglotta con il maggior numero di musulmani (oltre trecento milioni), circa il 25 per cento della popolazione nazionale, mentre l’altro 75 per cento è costituito dalla maggioranza indù e da decine di milioni di dalit, seguito da minoranze come cristiani, sikh, giainisti, zoroastriani e molte altre religioni.

È una nazione famosa per la sua unità nella diversità e il suo spirito di fratellanza tra le varie religioni, sette, culture, lingue e costumi. Deve il suo sviluppo e progresso allo spirito non violento dei suoi padri fondatori, come Mahatama Gandhi e Jawaherlal Nehru, che in alleanza con i loro compatrioti musulmani, ottennero l’indipendenza dal colonialismo britannico.

Pertanto, è un peccato che i politici meschini di oggi, che sicuramente non saranno ricordati dalla storia, se non in termini negativi, distruggano il tessuto dell’unità nazionale, o attraverso il loro silenzio o trascinando la questione dell’hijab nei centri educativi fino ai tribunali.

La mossa più saggia nell’interesse non solo dello Stato di Karnatala ma di tutta l’India è stroncare la controversia sul nascere annullando la decisione poco saggia delle autorità del college e consentendo alle ragazze con hijab di frequentare le lezioni prima che i fomentatori riescano nei loro nefasti disegni di fare a pezzi il Paese.

di Redazione

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