Hamas, la resistenza armata non è negoziabile
Il movimento palestinese per la resistenza palestinese, Hamas, ha respinto la scorsa settimana la possibilità di disarmare le proprie milizie. La richiesta era stata avanzata ad Hamas e ad altre fazioni della Striscia di Gaza da parte del partito Fatah nell’ambito del recente processo di riconciliazione tra i due partiti di maggioranza del popolo palestinese. L’annuncio è stato fatto da un esponente dell’ufficio politico di Hamas, Khalil al Haya, durante una conferenza stampa.
“Le armi della resistenza non saranno toccate”, questo il messaggio veicolato da Khalil al Haya in seguito all’incontro avvenuto al Cairo al quale hanno partecipato i rappresentanti di 13 fazioni del panorama politico palestinese, tra cui ovviamente Hamas e Fatah. I dirigenti di Fatah avevano infatti chiesto il disarmo delle milizie una volta che verrà formato il nuovo governo palestinese di unità nazionale.
Al Haya ha inoltre sottolineato che nonostante le persistenti divergenze con alcuni funzionari di Fatah, Hamas si impegna a continuare nella strada verso la riconciliazione per porre fine una volta per tutte alla divisione del popolo palestinese. Dalla conferenza stampa è arrivato anche un invito all’Autorità nazionale palestinese (Anp) di revocare le sanzioni imposte contro la Striscia di Gaza e la richiesta rivolta al governo palestinese di risolvere la questione dei pagamenti dei dipendenti. L’accordo richiede anche che circa 3.000 membri delle forze di polizia dell’Anp vengano riassegnati nel territorio della Striscia di Gaza.
Nuovo attacco israeliano contro la Striscia di Gaza
Nel frattempo le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno dichiarato di aver inviato carri armati e caccia con l’obiettivo di bombardare alcuni obiettivi militari interni alla Striscia di Gaza, dichiarando zona militare chiusa tutta l’area al confine con Israele. L’azione militare sarebbe una rappresaglia dell’esercito israeliano contro il lancio di alcuni missili da parte dell’organizzazione Jihad islamica palestinese.
Il portavoce militare israeliano, il colonnello Jonathan Conricus, ha infatti dichiarato che la raffica di colpi di mortaio da parte dei militanti era diretta contro l’esercito israeliano e gli equipaggi di costruzione che lavorano nelle vicinanze della parte israeliana del confine con la Striscia di Gaza.
di Irene Masala