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Hamas: “I prigionieri rappresentano la priorità per il movimento di Resistenza”

di Manuela Comito

In un comunicato diffuso il 22 aprile da Al-Aqsa Tv, Khaled Meshaal, capo dell’ufficio politico di Hamas, ha dichiarato: “Netanyahu dovrebbe controllare meglio i suoi soldati e dovrebbe smettere di mentire alle famiglie dei soldati scomparsi”. Meshaal ha ribadito con decisione che Hamas non ha alcuna intenzione di trattare sulla liberazione dei soldati israeliani catturati durante l’ultima offensiva israeliana contro la Striscia di Gaza finché il governo di Tel Aviv non si impegnerà a tenere fede agli accordi presi in precedenza; accordi che prevedono, ovviamente, il rilascio dei prigionieri palestinesi, ingiustamente detenuti nelle carceri israeliane.

Meshaal ha dichiarato che verrà liberato un soldato israeliano per mille detenuti palestinesi. “La questione della libertà dei prigionieri è la priorità per il movimento di Resistenza”. Alle sue parole hanno fatto seguito quelle di Khalil Al-Hayya, membro di Hamas, che ha dichiarato: “Non daremo alcuna informazione sui soldati catturati”.

Nella Giornata dei Prigionieri Palestinesi, il 17 aprile, il Comitato dei Detenuti Palestinesi ha reso noti gli agghiaccianti dati dell’occupazione e della repressione israeliana sui civili inermi: 850mila prigionieri dal ’67 all’aprile 2015, tra cui più di 15mila donne e decine di migliaia di bambini. Negli ultimi 4 anni, come ha riportato Nena News, le “attenzioni” da parte del regime di Tel Aviv verso i minori palestinesi sono ampiamente cresciute: 3.755 bambini arrestati, 1.266 solo nel 2014. 6.500 attualmente chiusi nelle carceri israeliane.

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