Palestina

Hamas e Israele contro gli alleati dell’Iran a Gaza?

Il silenzio di Hamas sull’aggressione sionista di novembre durante la quale furono uccisi i leader del Jihad islamico palestinese nella Striscia di Gaza e Damasco, suggerisce alcune riflessioni sul conformismo e l’apatia del partito al potere nella Striscia di Gaza. Non si tratta di accordi segreti tra gli invasori e Hamas, ma piuttosto di un’alleanza segreta contro le principali forze palestinesi che cercano di combattere i colonialisti. Altrimenti, come spiegare una serie di fatti, come la non interferenza dell’ala militare di Hamas (Brigate Al-Qassam) nella lotta contro i sionisti al fianco delle Brigate Al-Quds (ala militare del Jihad islamico)? 

Diverse teorie si soffermano su questo punto. Alcuni scrivono sulla presunta riluttanza di Hamas ad aumentare la portata del confronto, che aggraverebbe la situazione nella Striscia di Gaza. Altri indicano che, con il loro silenzio, Hamas ha mostrato al sionismo l’esistenza di un forte alleato a Gaza, alludendo al potenziale militare del Jihad palestinese. Nel mese di novembre, il Jihad ha effettuato pesanti bombardamenti sulle postazioni israeliane in risposta agli attacchi terroristici da parte degli invasori. 

Hamas perde credibilità a Gaza

Le opinioni degli analisti politici fedeli ad Hamas svaniscono sullo sfondo di un punto importante: le figure uccise del Jihad palestinese. Infatti, questi martiri possedevano un peso considerevole nella Striscia di Gaza (Abu al-Atta) e avevano un chiaro orientamento pro iraniano. Il martire Abu al-Atta, potrebbe essere descritto come un forte leader nazionale che possedeva un carisma che oscurava giganti come Ismail Haniya e Yahya Sinwar. Le sue oratorie, le sue capacità politiche, il suo impegno per l’ideologia del suo movimento oltre al talento militare, lo hanno reso un potente politico che, in caso di elezioni aperte nella Striscia di Gaza, avrebbe ottenuto enormi consensi a discapito di Hamas.

Da parte sua, Hamas sta gradualmente perdendo credibilità a Gaza a causa di un allontanamento dalla Resistenza diretta al nemico. Si è allontanato dall’Iran in mezzo alle crisi in Siria, Iraq e Yemen fiancheggiando i nemici della Repubblica islamica. Davanti a questo scenario, la figura chiave diventa proprio il Jihad islamico palestinese. 

Le paure israeliane associate alla Repubblica islamica

Parlando dell’Iran, ci sono evidenti tracce delle provocazioni del regime sionista. Negli ultimi 40 anni, tutte le paure, fobie e complessi degli invasori sono associati alla Repubblica islamica e ai suoi alleati. Il Jihad islamico svolge uno dei ruoli chiave nella politica estera di Teheran. Il movimento di Resistenza palestinese è ideologicamente connesso con la Repubblica islamica dell’Iran e in molti vettori delle sue coordinate politiche con i Pasdaran. Di conseguenza, gli attacchi contro il Jihad palestinese sono un elemento della lotta contro gli iraniani, che il sionismo non ha nascosto durante l’ultimo conflitto a Gaza. Inoltre, le uccisioni dei politici “pro-iraniani” del Jihad, secondo il piano di Israele, dovrebbero aprire la strada al potere all’interno del movimento per coloro che cercano di unirsi all’Asse della Resistenza.

Hamas e le ostilità anti-iraniane a Gaza

Hamas ha avuto un comportamento anti-iraniano anche nella Striscia di Gaza, mettendo al bando il movimento di Resistenza Al-Sabirin (il Paziente) vicino all’Iran. Al-Sabirin è un’organizzazione nata da una costola del Jihad islamico che si posiziona come “seguace delle idee del martire Fathi Shaqaqi“. 

La dipendenza dal Qatar, l’incapacità di valutare strategicamente la situazione, il graduale degrado ideologico e l’assenza di una tendenza allo sviluppo, trasformano gradualmente il movimento di Resistenza islamica, un tempo vivido, in una pallida ombra di se stesso. Hamas critica spesso Fatah, ma nelle sue mosse politiche assomiglia sempre più ai suoi avversari di vecchia data. 

di Giovanni Sorbello

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