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Guaidó richiede ufficialmente supporto militare Usa

Il leader venezuelano dell’opposizione, Juan Guaidó, ha formalmente richiesto il sostegno delle forze militari statunitensi nella crisi politica e umanitaria in corso nel Paese sudamericano, ha dichiarato giorni fa in una lettera pubblicata dal suo rappresentante Carlos Vecchio.

“Accogliamo con favore la pianificazione strategica e operativa in modo che possiamo adempiere ai nostri obblighi costituzionali nei confronti del popolo venezuelano al fine di alleviare le loro sofferenze e ripristinare la nostra democrazia”, ha affermato Vecchio nella lettera al comandante del comando del governo degli Stati Uniti, l’ammiraglio Craig Faller. Nella lettera, che è stata pubblicata da Vecchio su Twitter, ha richiesto un incontro tra SOUTHCOM e “i membri appropriati” della cerchia ristretta di Guaidó.

“Siamo grati all’America per la sua amicizia, determinazione e disponibilità a sostenere i nostri continui sforzi per mettere al primo posto i venezuelani e attendo con ansia una pianificazione e un coordinamento proficui”, ha aggiunto Vecchio. L’annuncio arriva subito dopo che Guaidó ha dichiarato di aver chiesto a Vecchio di incontrare i funzionari del Dipartimento della Difesa per “cooperare” su una soluzione alla crisi politica venezuelana.

La scorsa settimana, parlando con la Cbs, Guaidó ha affermato che stava ancora considerando un possibile intervento degli Stati Uniti come una “opzione”, sostenendo che stava cercando di trovare la “migliore uscita dal conflitto”. La dichiarazione di Guaidó ha seguito un’intervista del segretario di stato americano Mike Pompeo con la Abc, durante la quale ha dichiarato che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva “la sua gamma completa di autorità dell’articolo 2” quando si tratta di una possibile azione militare in Venezuela.

Guaidó ha anche invitato l’Unione europea a imporre più sanzioni al suo Paese per esercitare pressioni sul governo del legittimo presidente eletto Nicolas Maduro, che Guaidó cerca di estromettere. Egli ritiene che tale pressione potrebbe costringere il governo ad aprire agli aiuti stranieri, che Maduro considera un tentativo di minare l’indipendenza del Paese.

Il Venezuela ha visto un peggioramento della crisi politica da gennaio, quando Guaidó si è proclamato presidente ad interim, dichiarando Vecchio come suo ambasciatore negli Stati Uniti.

Gli Stati Uniti e 54 Paesi hanno riconosciuto Guaidó, ma Russia, Cina, Turchia, Iran e numerosi altri Paesi hanno affermato di riconoscere Maduro come l’unico capo di Stato legittimo in Venezuela. Maduro ha definito Guaidó una marionetta statunitense e ha accusato Washington di aver orchestrato un colpo di stato in Venezuela per effettuare un cambio forzato di governo e rivendicare le risorse del Paese.

di Giovanni Sorbello

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