A Goa l’8° Vertice dei Brics, Putin protagonista
I Brics si sono riuniti a Goa, in India, per il loro 8° Vertice; temi principali dell’agenda l’incremento degli scambi e la cooperazione. Molto è cambiato da quando nel 2011 il gruppo dei Brics si è costituito: alcuni Paesi scontano pesanti errori e sono in crisi (Brasile e Sudafrica più degli altri); qualcuno è cresciuto tanto che sogna ora un’aggressiva egemonia sull’Asia, malgrado gli enormi squilibri di una crescita disordinata (la Cina); c’è chi ha saputo mantenere un profilo basso e, malgrado le molte difficoltà per gli squilibri interni, continua a crescere (l’India); c’è ancora chi è in difficoltà per il crollo del prezzo del petrolio e l’aggressione di cui è stato oggetto, ma ha saputo reagire ponendosi al centro dello scenario mondiale (la Russia).
Come si vede un quadro composito e disomogeneo, ma, con l’eccezione del Brasile (che con la crisi che ha distrutto la sua classe politica, veleggia ormai verso una rinnovata la tutela di Washington), tutti vogliono rivendicare la propria autonomia da un mondo egemonizzato dagli Stati Uniti e dagli strumenti con cui essi vogliono continuare a dominare (Fondo Monetario, Banca Mondiale, etc.).
Per questo i Paesi Brics hanno creato strumenti paralleli, come ad esempio l’Asian Infrastructure Investment Bank (Aiib) o fondi per investimenti infrastrutturali; quanto questi sapranno affrancarsi dallo strapotere del dollaro e, soprattutto, sapranno coordinarsi è da vedere, anche perché gli interessi dei singoli Stati sono difformi (Pechino non nasconde ormai le sue velleità di supremazia globale), ma è certo comunque che si tratta di iniziative volte a sottrarre una vastissima area del mondo al predominio Usa.
Ma, malgrado le velleità iniziali, il sogno di un vero centro di potere alternativo e coeso è ancora lontano e per ora irraggiungibile; tuttavia, quello che resta, ed è possibile, è un fitto reticolo di accordi e collaborazioni protetto dal peso politico ormai acquisito dai Paesi Brics.
Lasciando da parte Brasile e Sudafrica, entrambi in crisi ed il primo preda ormai di una deriva che fa dubitare il suo stesso permanere in un club dichiaratamente autonomo da Washington come i Brics, e la Cina, che segue ormai un’agenda tutta propria e sta vestendo i panni di un nuovo imperialismo, restano la Russia e l’India; e non a caso è fra di loro che sono stati stretti gli accordi più significativi.
Putin è giunto a Goa con due obiettivi: trovare solide sponde alle sue politiche (Siria, terrorismo e soprattutto parare l’aggressione Usa) e stringere le relazioni e la cooperazione con l’India. Per questo si è incontrato separatamente con il Presidente cinese Xi Jinping e quello sudafricano Jacob Zuma; ma è col Primo Ministro indiano Narendra Modi che ha avuto l’agenda di gran lunga più fitta.
Sabato, in margine ai lavori dei Brics, i due leader hanno presenziato alla firma di una raffica di accordi; il più grande è stato siglato dalla Rosneft russa, che acquista per 12,9 Mld la Essor Oil India e la sua enorme raffineria da 400mila barili al giorno. Accanto a questo superaffare, è stato raggiunto l’accordo per altri due reattori nucleari presso il centro Tamil Nadu (già realizzato dai russi) con la prospettiva di attivarne altri 12 in futuro. Inoltre, nel comparto Difesa, a parte la fornitura già effettuata di S-400 e le trattative in corso per fregate stealth e missili terra aria, il piatto forte è stata una joint-venture per la fornitura di 200 elicotteri Kamov.
Ma a parte gli affari, quella che si è delineata fra Russia e India è una collaborazione che ha basi politiche: la convergenza di vedute sull’Afghanistan, il disaccordo con il Pakistan, la volontà di porre un freno all’eccessivo espansionismo cinese in Asia Centrale e, soprattutto, l’allontanamento da Washington, hanno fatto dire a Putin che quello con l’India è un dialogo globale in merito alle questioni internazionali, e su di esse le posizioni reciproche sono vicine o coincidono.
Sarebbe questo il vero spirito dei Brics: collaborare nell’ambito del reciproco rispetto, senza tentare di avere vantaggi dal proprio peso e facendo fronte comune contro la sopraffazione di un imperialismo rapace; peccato che per gli altri, per un verso o per l’altro si sia smarrito.
di Salvo Ardizzone