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Kosovo, gli “eroi” americani saccheggiano i beni serbi

La provincia serba di Kosovo e Metohija è una delle zone più ricche di minerali e di carbone al mondo. Solo le riserve di carbone scoperte finora sono più che sufficienti per soddisfare il fabbisogno di tutta l’Europa per i prossimi quattro secoli. Ci sono poi oro, argento, tungsteno, boro, nichel, boxite, zinco, piombo, cobalto. Insomma, le riserve minerarie scoperte finora nel Kosmet si valutano all’incirca in mille miliardi di dollari mentre secondo alcune corporazioni americane per le ricerche minerarie, il Kosovo e Metohija è “la regione più produttiva d’Europa per il piombo e per lo zinco”.

Nel 2008, solo le riserve della miniera di Trepca contenevano 425mila tonnellate di piombo, 415mila di zinco, 800 d’argento, 185mila di nichel, 6.500 di cobalto, mentre nella miniera di Grebnik c’erano 1,7 milioni di tonnellate di boxite: solo questa miniera potrebbe produrre 425mila tonnellate d’alluminio l’anno.

Le riserve serbe di carbone-lignite sono al quinto posto nel mondo e ammontano solo nel Kosovo e Metohija a quindici miliardi di tonnellate, il che rappresenta il 75% della quantità totale serba. Ci sono poi enormi riserve di nichel e di cobalto a livello di tutta la provincia di circa 19,9 milioni di tonnellate, di ferronichel di minimo quindici milioni di tonnellate. Secondo l’Economist inglese, con l’occuppazione del Kosovo e Metohija, la Serbia è stata derubata di almeno ottantacinque miliardi di euro solo in carbone, poi di altri otto miliardi di euro, il valore di cinquanta milioni di tonnellate di zinco e di piombo.

Investimenti serbi in Kosovo

Per cinquant’anni la Serbia ha investito solo nell’infrastruttura del Kosovo e Metohija oltre diciassette miliardi di dollari. Adesso gli americani si stanno appropriando di tutto attraverso il loro fantoccio Hashim Thaci. L’ironia è che Taci ha origini serbe, che lui stesso neppure nasconde. Infatti, la sua famiglia serba è stata albanizzata qualche secolo prima.

Il generale Wesley Clark, noto per non essere stato capace di piegare l’esercito serbo nel 1999, anche se ha guidato un’armata mai vista nella storia della Terra appoggiata da diciannove Paesi, ora tramite la sua società d’affari registrata in Canada, vuole le licenze per incassare il suo premio: le riserve di carbone serbo grazie alle quali potrà per produrre 100mila barili di petrolio al giorno estratto in modo sintetico dal minerale. Dopo la domanda rivoltagli dal New York Times se la sua “liberazione” del Kosovo avesse qualcosa a che fare con il suo incredibile successo finanziario nello stesso Paese ha risposto: “La mia attività è alla luce del sole, trasparente e aiuta il popolo kosovaro”.

Quella simpatica e birichina di Madelaine Albright, che adora a cacciare via i “serbi ripugnanti”, è proprietaria della società Ikonet, il maggiore operatore di telefonia mobile in Kosovo. Non le basta però, e ora tende i tentacoli verso le “Poste e telecomunicazioni del Kosovo” che vantano quasi un milione di abbonati alla telefonia mobile e centomila alla telefonia fissa tramite la sua società Albright Capital Management, una ditta legata a James W. Pardew, inviato speciale di Clinton per i Balcani, con la quale la ex segretario di Stato Usa si è garantita l’acquisto della società di telecomunicazioni di Stato. L’accordo potrebbe avere un valore di quasi un miliardo di dollari e sarebbe particolarmente vantaggioso per Albright.

Gli americani hanno realizzato l’affare più grosso mai portato a termine nel Kosovo

Il New York Times scrive che gli americani hanno già realizzato l’affare più grosso finora mai portato a termine nel Kosovo, costruendo circa 100 chilometri di autostrada tra Pristina e la frontiera con l’Albania. Questo investimento, di circa un miliardo di dollari, è stato realizzato dalla società Bechtel di San Francisco ma il “consigliere” è stato Mark Tavlarides, che lavora per una società di lobby fondata da John Podesta, che fu il capo gabinetto di Billy Clinton, nel 1993. Questa società viene pagata 50mila dollari al mese da Pristina per consulenze sulla comunicazione e per il rafforzamento del Kosovo tramite i legami con il governo degli Stati Uniti.

Il massimo dirigente di questa società, la Podesta group è, guarda caso, il signor Antony, il fratello di John Podesta. Secondo un rapporto del Congressional Research Service, il Kosovo ha ricevuto 85,4 milioni dollari in aiuti da parte del governo degli Stati Uniti per l’anno fiscale 2012. Da qui quei 50mila dollari mensili per il lobbying continuo. Il New York Times chiarisce come funziona il meccanismo: gli Usa danno aiuti al Paese estero beneficiario che a sua volta assume qualche impresa-lobby piena di ex funzionari governativi americani di alto livello. Tanti ex funzionari statunitensi si occupano in Kosovo del carbone e delle telecomunicazioni, o delle attività di lobbying e di altri lucrosi contratti.

Occupazione e appalti

Il generale americano Steven Suck, ex comandante di UNPROFOR, usò una definizione che sembra appropriata: “In un momento tu sei il liberatore, ma subito, un momento dopo, ti trovi a cercare di vincere una gara per appropriarti di qualche affare energetico”.

Per mettere a segno questo furto di risorse minerarie ed energetiche serbe, i “liberatori”, soprattutto nordamericani (ma non sono innocenti neppure quelli tedeschi) hanno bisogno dell’indipendenza effettiva del Kosovo e Metohija. Per questo ci sono così tante pressioni contro i serbi rimasti nella zona nord e per questo si rinforzano i contingenti militari statunitensi e turchi con le aggressioni quotidiane contro i serbi delle località di Zvecane, Leposavic, Kosovska Mitrovica.

Interessi delle forze d’occupazione

Gli interessi delle forze d’occupazione del Kosovo e Metohija s’intrecciano e c’è una lotta per il predominio tra gli “alleati” atlantici. I francesi reggevano all’inizio il nord della provincia serba, poi sono stati messi in disparte dai tedeschi e dagli americani. Gli interessi italiani non contano nulla tra gli “alleati” della Nato, forse anche perché gli italiani sono gli unici che si comportano in maniera corretta e dignitosa con i serbi e hanno ottime relazioni con la popolazione serba, ma proprio per questo sembra non troppo buone con le altre forze d’occupazione.

La macchina da guerra è tanto amata sia dai democratici sia dai repubblicani degli Stati Uniti per motivi espressamente lucrativi. I democratici cercano di annebbiare i veri obiettivi con “l’intervento umanitario”, mentre i repubblicani spingono sulla “geo-strategia”. La guerra all’americana è un racket atlantico applicato dai “liberatori” alle popolazioni “liberate”.

Nel frattempo, la Serbia paga regolarmente alle banche occidentali i debiti del Kosovo e Metohija fatti nella precedente ex Jugoslavia, e solo in questo caso specifico gli atlantici riconoscono la piena sovranità della Serbia sul suo territorio storico.

Eulex, cavallo di Troia dei separatisti albanesi

L’Eulex (European Union Rule of Law Mission in Kosovo), doveva essere una missione neutrale dell’Ue, ma in realtà si comporta come cavallo di Troia dei separatisti albanesi. Si è trasformata in una vera forza d’occupazione che non rispetta la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Onu 1244, manca di rispetto allo Stato serbo e cerca in ogni modo di creare un secondo stato albanese nel territorio serbo. Oggi Eulex si comporta come una vera forza d’occupazione del tesoro dei serbi e della provincia madre di tutta la Serbia, il Kosovo e Metohija.

Fonte: www.rinascita.eu

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