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Ebrei in Iran vivono come i palestinesi di Gaza?

Migliaia di ebrei iraniani di Yazd frequentano normalmente la Sinagoga di Molla Agha Baba, costruita più di cento anni fa, per raccogliersi in preghiera e svolgere i loro rituali in questo luogo sacro in completa dignità e tranquillità.

Questo dovrebbe farci riflettere sugli ebrei iraniani, che non sono perseguitati, né subiscono abusi da parte dello Stato, anzi, sono protetti dalla Costituzione iraniana. Sono liberi di praticare la loro religione e di votare alle elezioni. Non vengono fermati e perquisiti ai posti di blocco, non vengono brutalizzati da un esercito di occupazione, e non vengono ammassati in una colonia penale densamente popolata (Gaza) dove sono privati dei loro mezzi di sussistenza di base. Gli ebrei iraniani vivono nella dignità e godono dei diritti della cittadinanza.

Gli ebrei iraniani hanno il diritto di auto-amministrazione e un membro tra i 290 parlamentari iraniani è eletto dai soli ebrei. Non vengono imprigionati da un esercito di occupazione, non viene negato loro né cibo, né medicine. I loro figli non crescono con disturbi mentali provocati dal trauma della violenza, quando non vengono uccisisi dalle bombe. Le loro famiglie non vengono fatte saltare in aria. I loro sostenitori non vanno a finire sotto ai bulldozer, né vengono colpiti al cranio con pallottole di gomma. Quando fanno manifestazioni pacifiche per le loro libertà civili non vengono picchiati né vengono usati gas lacrimogeni. I loro leader non sono perseguitati ed uccisi con assassinii premeditati.

Ebrei iraniani protetti da una fatwa dell’Imam Khomeini

Una risposta ci viene dalla fondazione degli studi e della cultura sefardita (http://www.sephardicstudies.org/iran.html), che in un articolo di qualche anno fa “Vita di ebrei che vivono in Iran” di Barbara Demick, descrive uno dei tanti paradossi della Repubblica Islamica dell’Iran, il Paese più fortemente anti-israeliano che sostiene di gran lunga la più grande popolazione ebraica di qualsiasi Paese musulmano.

Mentre le comunità ebraiche in Siria, Iraq, Yemen, Egitto, Marocco e Algeria sono praticamente sparite, l’Iran è la patria di oltre 25mila ebrei. Teheran ha 11 sinagoghe funzionanti, molte delle quali con le scuole ebraiche. Dispone di due ristoranti kosher e un ospedale ebraico, una casa di riposo e un cimitero. C’è anche un rappresentante ebreo nel parlamento iraniano. C’è una biblioteca ebraica con 20mila testi e la sala lettura è arredata con una fotografia di Khomeini. Nessun funzionario del governo iraniano ha mai fatto alcun tentativo di far chiudere queste strutture. Mai.

Vale la pena ricordare che l’Imam Khomeini incontrò la comunità ebraica al suo ritorno dall’esilio a Parigi, ed emise una “fatwa” decretando che gli ebrei dovevano essere protetti. Editti simili proteggono anche la piccola minoranza cristiana in Iran.

Alla luce degli ultimi drammatici eventi in terra di Palestina, sorgono alcune domande: ma i palestinesi di Gaza potranno mai essere orgogliosi di praticare liberamente la loro religione e celebrare i rituali sulla loro terra? Ma più semplicemente, avranno il diritto di vivere sulla loro terra?

di Cristina Amoroso

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