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Giornata mondiale di Al-Quds, comunicato Ambasciata dell’Iran

La Giornata mondiale di Al-Quds (Gerusalemme) fu istituita dall’Imam Khomeini nel 1979, in coincidenza con la ripresa degli attacchi dell’occupazione sionista nel Libano meridionale. Il sostegno della nazione e della causa palestinese nell’ultimo venerdì del mese sacro del Ramadan, giorno designato come la Giornata internazionale di Al-Quds, è celebrato da nazioni musulmane in tutto il mondo. Questa giornata è un’opportunità per il mondo di ricordare l’oppressione del popolo palestinese, reso profugo dal brutale regime di Israele per più di 70 anni e di ricordare la necessità della istituzione di uno Stato palestinese indipendente.

Dispiace profondamente osservare come il compromesso di alcuni Paesi arabi con il regime usurpatore e la normalizzazione delle relazioni con il regime sionista non solo non abbia portato a progressi nella risoluzione della questione palestinese, ma abbia piuttosto incoraggiato il regime sionista a estendere e rafforzare la sua occupazione, opprimendo sempre più la nazione Palestinese. 

Il duplice approccio dei Paesi occidentali e delle organizzazioni internazionali dinnanzi alle molteplici problematiche in Palestina è una costante preoccupazione per i pacifisti e attivisti nel mondo; considerate le dimensioni raggiunte dalla questione dei diritti umani calpestati dalle azioni sioniste in queste terre, la situazione attuale non è più tollerabile per la popolazione della regione.

Le politiche statunitensi sono così favorevoli al regime israeliano che alcuni scrittori americani hanno riconosciuto nei propri articoli che in realtà è quel regime che etero dirige su determinate questioni gli Stati Uniti. Gli Usa forniscono ogni anno miliardi di dollari in aiuti militari al regime israeliano. Il sostegno politico degli Stati Uniti ad Israele è stato ampio e capillare e per ben più di 40 volte si è tradotto in un veto alle risoluzioni sulla Palestina o alla condanna del regime sionista da parte del Consiglio per i diritti umani, dell’Unesco, delle Nazioni Unite e del Consiglio di sicurezza.

Il regime occupante sionista ha intensificato negli ultimi anni le sue folli azioni contro i palestinesi, promuovendo  “punizioni collettive”, violazioni del principio di autonomia, assedi fisici ed economici di Gaza, potenziamento e costruzione di muri divisori, espulsioni e sfollamenti forzati di Palestinesi, usurpazione di terre fertili, assassinii di comandanti palestinesi ed élite di altri Paesi arabi e islamici, distruzione di terreni agricoli, iniziative volte all’ebraizzazione di Gerusalemme, proseguimento della costruzione di insediamenti, limitazioni nella libertà di  movimento dei palestinesi che vivono a Gerusalemme e revoca dei loro documenti d’identità e permessi di soggiorno permanenti, sionizzazione delle alture del Golan, processi nei tribunali militari et similia.

La Repubblica Islamica dell’Iran è da sempre la paladina della causa palestinese e il sostegno al popolo oppresso della Palestina non è una sua politica a breve termine o una tattica, è al contrario radicata nel suo credo religioso ed è soprattutto un dovere umanitario fortemente condiviso nella Repubblica Islamica e presente nella costituzione. L’Iran ha presentato un piano equo e democratico per risolvere la questione palestinese denominato “Referendum nazionale in Palestina” e registrato presso il Segretariato delle Nazioni Unite. In base a questo piano, il ritorno dei profughi palestinesi alla loro terra e l’organizzazione di un referendum popolare per determinare il tipo di sistema politico è la soluzione più efficace a questo conflitto. Secondo il piano, musulmani, ebrei e cristiani di origine palestinese scelgono il proprio sistema di governo per godere dei propri diritti liberamente ed equamente. La proposta della Repubblica Islamica dell’Iran è stata formulata e presentata sulla base dei principi della democrazia e del diritto internazionale accettati da tutti i governi e nazioni; esso costituirà una valida alternativa ai precedenti piani falliti.

I governi occidentali e le grandi organizzazioni internazionali non sono riusciti a trovare una soluzione per la questione palestinese e ogni proposta finora presentata è fallita poiché parziale. Anche il consiglio di Sicurezza fino a questo momento è stato incapace di adempiere alle proprie responsabilità in seno alla Carta delle Nazioni Unite per porre fine all’occupazione della Palestina. La proposta più consona a queste responsabilità potrebbe essere quella di costituire una commissione d’inchiesta dei Paesi membri dell’Onu che svolga indagini sulle repressioni e discriminazioni sistematiche nei territori occupati ed indicare un rappresentante Onu che coordini le misure internazionali atte a porre fine al protrarsi dell’Apartheid nei territori occupati. 

L’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran in Italia, mentre celebra la Giornata mondiale di Al-Quds, ribadisce la necessità di istituire uno Stato palestinese indipendente, cosi come suggerito nel Piano per la Palestina. A questo proposito, invita liberi pensatori, giornalisti e analisti, istituti di ricerca e think tank italiani a riproporre ed affrontare la questione dimenticata e non dimenticabile della Palestina, illuminando l’opinione pubblica sulla necessità di sostenere questa nazione oppressa. Oltre a condannare le repressioni perpetrate dal regime sionista di apartheid, ci si augura un sostegno più efficace alla causa e alla nazione palestinese, sulla base del principio di umanità che da sempre ha guidato il popolo italiano.

di Redazione

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