Giordania caccia palestinesi dal campo profughi

La Giordania ha cacciato con la forza circa cento persone da un campo profughi informale che ospitava sfollati palestinesi. Human Rights Watch (HRW) ha riferito martedì che la Municipalità della Grande Amman (GAM) ha demolito nel campo di al-Mahatta 25 case che ospitavano almeno 101 persone, oltre a negozi.
L’organizzazione umanitaria ha affermato che le persone sfrattate non hanno ricevuto un’adeguata consultazione, preavviso, risarcimento o assistenza per il trasferimento, mentre le autorità aprivano la strada a un progetto di pianificazione urbanistica.
“Sfollare le famiglie e interrompere i loro mezzi di sussistenza senza adeguate garanzie e un giusto risarcimento lascia decine di persone allo sbando”, ha dichiarato Adam Coogle, vicedirettore di HRW per il Medio Oriente.
Giordania tradisce causa palestinese
Il campo di al-Mahatta, che si dice ospiti circa 8mila persone appartenenti a famiglie palestinesi sfollate a causa della Nakba del 1948, non è riconosciuto come campo profughi dal governo giordano. Le autorità cittadine hanno dichiarato a dicembre che il “Piano strategico” quadriennale del GAM per la città, con scadenza al 2026, prevede miglioramenti al traffico, un aumento degli spazi verdi e la riduzione della densità di popolazione negli insediamenti informali. Le operazioni di demolizione mirano anche a recuperare terreni di proprietà del Comune di Amman che sono stati “invasi” e su cui sono stati costruiti edifici, secondo quanto riportato dal quotidiano Alghad.
Decine di residenti sfollati affermano di essere stati abbandonati e di aver ricevuto solo “un preavviso da due settimane a un mese” per lasciare le loro case, con “vaghe promesse verbali di un risarcimento di 80 dinari giordani [113 dollari] al metro quadro, con scarsa trasparenza riguardo alla procedura o alle tempistiche”, riporta HRW.
L’ONG ha interpellato il sindaco di Amman, Yousef al-Shawarbeh, il quale ha affermato che i palestinesi sfollati non avevano diritto a un risarcimento in quanto stavano “invadendo la proprietà statale”, spiegando che era stata loro invece offerta una “donazione”. La demolizione di case e negozi ad al-Mahatta è stata condotta nonostante l’impegno ufficiale dell’ex Primo Ministro, Omar Razzaz, di proteggere le abitazioni dei residenti dopo un precedente tentativo di sfratto nel 2017.
di Redazione