Gerusalemme, assassinato giovane palestinese
Questa mattina, le Forze di occupazione israeliane hanno aperto il fuoco contro un giovane palestinese, vicino alla porta di Asbat nella Gerusalemme occupata, causando la morte del giovane. I media israeliani hanno riportato che i soldati di stanza alla porta di Asbat a Gerusalemme hanno aperto il fuoco nei confronti di un giovane palestinese, sostenendo che aveva tentato di accoltellare i militari israeliani.
Testimoni hanno affermato che le forze di occupazione hanno lasciato sanguinare il giovane senza fornirgli gli aiuti necessari. La polizia israeliana ha annunciato, tramite il suo portavoce, che il giovane è stato martirizzato e che una donna che transitava sul posto è rimasta ferita.
Movimenti per i diritti umani condannano la facilità con cui Israele impartisce l’ordine di aprire il fuoco contro i palestinesi anche quando essi non rappresentano alcuna minaccia reale. La maggior parte dei palestinesi infatti, sono freddati o lasciati agonizzare a morte perché sospettati di intenzioni omicide.
Hebron resta l’area di maggior attrito tra la popolazione e l’opprimente e impositiva presenza illegale di coloni israeliani. A Hebron, Israele ha “schedato” tutti i residenti palestinesi come unico presupposto per permettere loro di attraversare – quando riescono a proseguire vivi – gli oltre 20 checkpoint militari che chiudono la città.
Riferendosi all’oppressione e ai metodi della brutalità di Israele, anche António Manuel de Oliveira Guterres, segretario generale Onu, ha dichiarato di recente che i palestinesi “reagiscono nella natura dell’uomo”.
di Redazione