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Irgc: ogni voto espresso, uno schiaffo al nemico

Il comandante in capo del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniana (Irgc), Hussein Salami, ha affermato che ogni voto espresso dalle urne è uno schiaffo in faccia al nemico.

Irgc: il nemico spera che la gente non prenda parte alle elezioni

Il maggiore generale Hussein Salami ha fatto queste osservazioni giovedì mentre parlava ai giornalisti a margine di una cerimonia. “La partecipazione delle persone alle elezioni non è semplicemente limitata al voto o elezione di un rappresentante in parlamento. Ogni voto espresso dalla gente è come uno schiaffo di fronte al nemico che spera che la gente non prenda parte alle elezioni”, ha aggiunto il comandante dell’Irgc.

La nazione iraniana ha invariabilmente “stupito” il mondo con la sua affluenza alle urne, ha aggiunto il generale Salami, sperando che, anche questa volta, il popolo crei un “bellissimo giro di eventi” attraverso la sua partecipazione “appassionata” alle elezioni legislative.

Nella giornata di ieri, il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Abbas Mousavi, ha affermato che le elezioni nel Paese servono a trasmettere “la voce del popolo”. Il fatto che il Paese abbia tenuto un’elezione quasi ogni anno dalla vittoria della Rivoluzione Islamica del 1979 costituisce “un’esperienza democratica insuperabile”, ha twittato Mousavi.

Gli iraniani hanno un diritto intrinseco all’autodeterminazione, ha aggiunto Mousavi, sottolineando che la Repubblica Islamica dell’Iran deve l’indipendenza, il potere e la sicurezza di cui ha goduto per oltre quattro decenni dalla vittoria della Rivoluzione al voto popolare.

Elezioni in Iran, oltre settemila candidati per 290 seggi

Più di settemila candidati hanno gareggiato per 290 seggi disponibili durante le elezioni di ieri. Al voto sono state chiamate 57.918mila persone. Un legislatore del Majlis (Parlamento iraniano) rappresenterà in media un segmento di 190mila abitanti della popolazione iraniana.

Un candidato vincente deve avere almeno il 20 percento dei voti espressi nel proprio collegio elettorale per diventare un legislatore per un mandato di quattro anni. Un secondo turno di elezioni parlamentari potrebbe svolgersi per i seggi indecisi in cui i candidati non sono riusciti a raggiungere la percentuale richiesta.

di Redazione

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